Poroshenko vince le presidenziali in Ucraina. Inviato italiano muore in un attentato
L’imprenditore ucraino Petro Poroshenko, grande favorito della vigilia, ha proclamato la sua vittoria alle elezioni presidenziali, dopo che gli exit-poll lo hanno accreditato del 55,9%, un margine enorme rispetto al 12,9% ottenuto dalla sua principale avversaria, la ex premier Yulia Tymoshenko. “Il paese ha un nuovo Presidente”, ha detto Poroshenko alle centinaia di giornalisti che affollavano la sede della sua campagna elettorale, annunciando che il suo primo compito sarà quello di “mettere fine alla guerra, al caos, al crimine e riportare la pace in Ucraina”. Il voto si è tenuto al termine di settimane cariche di tensioni e violenze nelle regioni dell’est dell’Ucraina, cuore delle attività industriali nazionali, dove sono stati aperti solo il 20% dei seggi.
Con la promessa di mettere fine alla terribile guerra, il vincitore delle elezioni presidenziali anticipate, Petro Poroshenko, si è presentato davanti ai suoi sostenitori a Kiev per celebrare l’esito del voto. E nel “mio primo viaggio da presidente – ha annunciato il magnate – sarò nel Donbas”, la regione separatista dell’est dell’Ucraina dove si trovano Donetsk e Luhansk, dove “ringrazierò la popolazione e i militari che hanno protetto la gente e le urne”. Poi, Poroshenko ha fatto sapere che prenderà “misure decise per attuare l’accordo di associazione con l’Unione Europe”. Le presidenziali in Ucraina sono state “un alto importante passo avanti negli sforzi del governo per unire il Paese”. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama, sottolineando come, “nonostante le provocazioni e le violenze, milioni di ucraini si siano recati alle urne”. Purtroppo però dalla Farnesina sono presto giunte le conferme della notizia trapelata da fonti russe secondo cui un fotoreporter italiano sarebbe rimasto ucciso nell’est dell’Ucraina, nei pressi di Sloviansk. Secondo quanto si legge sul sito di “Russia Today”, il giornalista ed il suo interprete sono stati uccisi mentre il fotografo francese che li accompagnava ferito nei pressi di Sloviansk, quando la loro auto è finita sotto tiro. Il francese è stato identificato come William Roguelon: trasportato in ospedale, dove è stato medicato, è già uscito.
Andrea Rocchelli, il fotografo italiano ucciso, padre di un bimbo piccolo, si trovava in Ucraina da una decina di giorni. È quanto apprende l’Adnkronos dal collettivo fotografico Cesura, di cui faceva parte lo stesso fotoreporter. Due colleghi di Rocchelli partiranno nel pomeriggio per recarsi in Ucraina ed avere maggiori informazioni su quanto accaduto. “Abbiamo lo studio a Pianello, ma Rocchelli era originario di Pavia e viveva lì”, spiegano da Cesura.
Il ministro degli Esteri ucraino ha assicurato che nell’inchiesta sulla morte di Rocchelli “saranno coinvolti gli esperti migliori, mentre le agenzie del governo terranno informati i servizi consolari italiani sulle indagini”. La testimonianza del giornalista francese illustra come è avvenuta la morte del collega: “abbiamo sentito colpi di kalashnikov, poi sono piovuti colpi di mortaio”. Uno dei colpi, spiega il giornalista francese, è caduto “nel fossato” dove si erano rifugiati. L’altra vittima, Andrei Mironov, l’attivista russo ucciso insieme ad Andrea Rocchelli aveva imparato l’italiano nel gulag della Mordovia in cui era stato detenuto in epoca sovietica dopo una condanna per la diffusione di samizdat. “Veniva molto spesso in Italia, di recente è stato a Milano, per la questione della Crimea” ricorda, parlando all’Adnkronos, Francesca Gori, presidente di Memorial Italia, l’organizzazione non governativa russa che si occupa di raccogliere le storie delle vittime delle repressioni e di seguire la situazione dei diritti umani in Russia, organizzazione di cui Mironov, biologo di formazione, faceva parte.