Le immagini choc non aiuterebbero alla prevenzione contro l’obesità, anzi la aumenterebbero
Il mondo è sempre più grasso: è in sovrappeso o obeso quasi un terzo della popolazione mondiale, ovvero 2,1 miliardi di individui nel 2013 contro i 57 milioni nel 1980. I tassi di obesità e sovrappeso non si sono ridotti in nessun Paese negli ultimi 33 anni. Lo dimostra uno studio senza precedenti, condotto a livello globale e pubblicato sulla rivista Lancet che ha considerato dati relativi al periodo 1980-2013 in 188 Paesi del mondo. Il lavoro è stato coordinato da Christopher Murray dell’Università di Washington. Globalmente gli individui in sovrappeso o obesi sono passati da 57 milioni nel 1980 a 2,1 miliardi nel 2013. Nello stesso arco di tempo, i tassi di obesità e sovrappeso sono passati dal 29% al 37% nei maschi e dal 30% al 38% nelle femmine.
A livello regionale il problema è molto serio in Medioriente e Nord Africa, le regioni con i tassi maggiori di obesità e sovrappeso, nel 2013 pari a oltre il 58% dei maschi e il 65% delle femmine dai 20 anni in su. Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia rappresentano i paesi ricchi dove il fenomeno dell’obesità è cresciuto di più sia per i maschi sia per le donne. Ma l’obesità non risparmia il sud del mondo, dove infatti vivono quasi i due terzi di tutti gli obesi presenti a livello mondiale. Non sono risparmiati da sovrappeso e obesità bambini e adolescenti: nel 2013 oltre il 22% delle ragazze e quasi il 24% dei ragazzi nei Paesi sviluppati, circa il 13% dei coetanei di entrambi i sessi nei Paesi in via di sviluppo.
Si stima che nel 2010 sovrappeso e obesità abbiano causato qualcosa come 3,4 milioni di morti, la maggior parte dei quali per cause cardiovascolari. Se non adeguatamente gestito, concludono gli autori del lavoro, l’aumento dell’obesità potrebbe portare in futuro a un declino significativo delle aspettative di vita. In Svizzera il 50% degli adulti e ogni quinto bambino è obeso, contro questo dato gli enti di salute combattono da anni. Ci sono ben 150 progetti di prevenzione in corso, tra questi anche manifesti che avvertono della problematica. La “Experten-Netzwerk Essstörungen Schweiz” ENES, un’organizzazione specializzata in disturbi dell’alimentazione, ha rivelato al giornale “NZZ am Sonntag” che spesso queste campagne non servono a niente o sono perfino dannose. L’organizzazione ha esaminato l’efficacia di campagne preventive, analizzando diversi studi internazionali. Il risultato mostra che le campagne preventive che mirano a migliorare le abitudini alimentari di bambini e adolescenti non servono a niente, ha spiegato Erika Toman, la presidente dell’organizzazione, anzi il trattare con la problematica può causare un aumento del disturbo alimentare.
Nonostante siano molto diffusi anche altri disturbi alimentari, come l’insufficienza di peso, in Svizzera, “le campagne mirano soprattutto l’obesità”, dichiara Toman. Questi disturbi sarebbero però più nocivi di un leggero sovrappeso che aumenterebbe perfino la durata di vita. “L’insufficienza di peso invece danneggia chiaramente la salute”. Toman inoltre ha spiegato che i manifesti sarebbero sbagliati perché mirano solo all’obesità e alla malnutrizione, così, invece di sensibilizzare, si rendono insicuri i destinatari. La maggior parte degli obesi sarebbero coscienti del sovrappeso, anche perché sono confrontati giornalmente con il fatto che non hanno il peso ideale generalmente imposto dalla nostra società. Sostenere inoltre che sia facile raggiungere un cambiamento con poco sarebbe un pugno in faccia perché: “Chi ha già provato a perdere qualche chilo sa che non è facile”.
Alla domanda come confrontare i bambini con la problematica dell’obesità Toman sostiene che parlare di questa problematica dell’alimentazione con bambini sotto i dodici anni sarebbe assolutamente controproducente.