Quest’anno, per il viaggio di primavera, siamo partiti di buon mattino in 54, diretti alle Cinque Terre via il traforo del Monte Bianco. La bellezza antica di luoghi fuori del tempo che caratterizza queste contrade ne ha determinato una grande notorietà. Di tutto questo eravamo coscienti quando preparavamo il viaggio e ne parlavamo, ma non avevamo previsto l’entità dell’incredibile folla che, attratta da questa notorietà, saliva e scendeva in queste strade in pendio con un ciottolato rustico da far tremare anche i più agguerriti podisti del gruppo. Fra mare, monti e vecchie costruzioni di tutti i colori, realizzate forse dalla mano di qualche artista di un tempo che fu, risuona il cigolio di ruote in ferro sulle rotaie di un trenino che porta i visitatori da una località ad un’altra, tra Sarzana e il castello dei Malaspina, attraverso paesaggi naturalistici splendidi e unici, dove tutto ci sembrava irreale.
Partenza dalla Spezia per la visita di Riomaggiore, Manarola, Vernazza e Monterosso, quattro località nel cuore delle Cinque Terre: Manarola con il porto lacustre e le sue barche dai mille colori, Vernazza con le sue antiche vigne e Monterosso con le chiese dedicate ai Santi di paesi lontani dai marinai che viaggiavano per la repubblica di Genova e Città marinara. Rapallo, cittadina turistica piena di brio e palcoscenico di sfilate in costumi d’epoca. Situata al centro dell’ampio arco della baia, sovrastata dal suo castello cinquecentesco costruito praticamente sul mare e dichiarato monumento nazionale italiano, ospita mercatini in ogni angolo di strada. Cosa dire di questi luoghi? Non vi sono parole che possono esprimere, in frasi banali, un sentimento di ammirazione e di vicinanza ai sacrifici di quelle genti che costruivano in questi posti per poter vivere in sicurezza e tenere lontani i predatori dei mari.
Tra i molti letterati che hanno citato le Cinque Terre nelle loro opere si annoverano Dante, Cardarelli ed Eugenio Montale, premio Nobel per letteratura nel 1975, che passò molti anni della sua vita nella sua casa di Monterosso. Tra i pittori non vanno dimenticati Telemaco Signorini, artista del 19esimo secolo, considerato il caposcuola dei Macchiaioli, che visse e lavorò a Riomaggiore per molti anni della sua vita, e Silvio Benedetto, un pittore contemporaneo, autore di un grande “murales” davanti alla stazione ferroviaria di Riomaggiore, cosi come di altre opere d’arte all’interno del locale municipio. Un incantevole viaggio di tre giorni, dal 9 all’11 maggio scorso, che durante il rientro a Ginevra ha indotto a sognare ancora ad occhi aperti le bellezze, le particolarità e le stranezze delle Cinque Terre.
Giuseppe Chiararia