Il Consiglio nazionale ha deciso che in futuro i padri celibi dovranno pagare per il mantenimento dei figli
Con 135 a 52 voti il Consiglio nazionale il 19 giugno ha approvato il cambiamento della legge sul mantenimento dei figli. Secondo le nuove regole sarebbe il bambino ad essere messo al centro, ha sostenuto Karl Vogler del PPD, gli interessi dei genitori passano in secondo piano. La legge attuale permetterebbe “disuguaglianze nel trattamento” di genitori sposati o celibi. Secondo l’UDC invece sarebbe soltanto una scusa. Luzi Stamm (UDC) ha constatato che si può pensare della legge attuale quello che si vuole, ma che sarebbe abbastanza chiara, i padri possono calcolare precisamente quello che devono pagare. La legge dovrebbe prevedere che al bambino sia garantito il mantenimento “dovuto” e che i genitori si devono impegnare “con tutte le forze”, cosa significa precisamente rimane aperto. Stamm, inoltre, ha portato un esempio per far meglio comprendere quali siano i motivi per cui la legge potrebbe essere contrastata, ovvero, se è giusto che un uomo di 22 anni diventato padre, dovrà pagare per 20 anni per un bambino, nonostante conosca appena la madre. La sua domanda ha suscitato forti reazioni, come per esempio quella di Lucrezia Meier-Schatz del PPD che lo ha accusato di voler dare tutta la responsabilità solamente alle madri.
Con eccezione dell’UDC tutti i partiti si sono espressi per la revisione della legge. Gabi Huber dei Liberali ha constatato che: “tutti possono fare tutto e dovrebbero avere anche rivendicare questo diritto, se sono sposati o no”. D’altronde però sarebbe un dato di fatto che un bambino su cinque ha genitori celibi. Il PS si è dispiaciuto che la revisione non preveda una cosiddetta divisione del deficit per famiglie che si trovano in condizioni finanziarie precarie, questa divisione sarebbe stata la ragione originaria della revisione, lo ha sostenuto Ursula Schneider Schüttel (PS). Oggi la legge prevede il minimo per la sopravvivenza del genitore che ha il diritto al mantenimento, così questo genitore deve chiedere aiuti sociali se i mezzi non bastano. Il ministro della giustizia Simonetta Sommaruga ha costatato che un bambino ha bisogno di condizioni di educazione stabili e sicurezza finanziaria, nel modo ideale entrambi i genitori partecipano all’educazione e al finanziamento, ma ha sostenuto anche che ancora si è ben lontani dal raggiungimento di questo fatto. Sarebbero inoltre i modelli di ruoli stabiliti, fatti dall’economia e la società, le cause per cui la revisione da sola non potrà portare al cambiamento richiesto subito.
Queste sono le nuove regole:
- Saranno considerati anche i costi per la cura del genitore, si tratta di un risarcimento per la sospensione del lavoro per il genitore che si prende cura maggiormente del bambino. Anche il padre celibe così dovrà sostenere economicamente la madre, o la madre celibe il padre, se è lui a prendersi cura del bambino.
- Questo sostegno economico però non viene messo in atto se i genitori lavorano entrambi, si prendono cura del bambino entrambi e si dividono i costi per il mantenimento.
- Non viene stabilito per legge la quota del mantenimento e quanto tempo il sostegno della madre o del padre dovrà durare, che invece sarà deciso in tribunale.
- Le nuove misure includono anche altri provvedimenti per rafforzare la posizione del bambino, così il mantenimento del bambino minorenne avrà priorità davanti ad altri obblighi che prevede il diritto di famiglia.
- Inoltre il Consiglio federale ha emanato un decreto che prevede un aiuto per il mantenimento per garantire al bambino di ricevere i contributi che gli spettano.
Quanto costa un bambino?
Per le famiglie, l’arrivo di un bambino è sempre sinonimo di gioia, ma anche di spese supplementari. Quali sono esattamente queste spese e a che età un bambino costa di più? Secondo le ultime statistiche fornite dall’Ufficio Federale di Statistica (OFS), le spese di mantenimento dei figli costituiscono sicuramente un costo considerevole per il bilancio familiare e possono variare molto a seconda dell’età dei figli stessi. La constatazione generale – che riguarda tutte le famiglie svizzere – è molto semplice: più un figlio cresce, più costerà caro. I ragazzini fra gli 11 e i 12 anni sono quelli che comportano le spese più elevate per il bilancio familiare.
Cifre concrete
Lo studio realizzato dall’OFS rileva che le spese di mantenimento per un solo figlio di più di 11 anni, ammontano a 873 CHF al mese per famiglia. Se il figlio, invece, è più giovane tali spese saranno “solamente” di 600 CHF al mese. Se il nucleo familiare comprende due figli di più di 11 anni, il costo del mantenimento di ciascuno dei due sarà più elevato: 950 CHF al mese. Mentre due figli più giovani, comporterebbero una spesa di 520 CHF al mese per ciascuno. È importante sottolineare che queste cifre rappresentano tutta la Svizzera nella sua interezza, senza alcuna distinzione fra un cantone e l’altro. Le spese in questione riguardano differenti categorie di beni di consumo e includono in particolare vitto, alloggio, abbigliamento, trasporti o anche attività ricreative. Le ragioni per cui un figlio costa di più dopo gli 11 anni possono essere numerose, ma una sola è quella fondamentale. I ragazzini che hanno meno 11 anni, consumano meno rispetto agli adolescenti, sia per quanto concerne l’alimentazione e i beni di prima necessità, che per l’abbigliamento e le calzature, senza contare i trasporti e le attività ricreative, dal momento che i più piccoli hanno attività molto più limitate. Le spese sono, quindi, proporzionate. Più un figlio cresce, più le spese diventano importanti, specialmente alle soglie dell’adolescenza, quando i ragazzi diventano più indipendenti e cominciano ad avere una vita sociale più intensa. Infine, anche i costi di alcol e tabacco, che la statistica non manca di prendere in considerazione, riguardano evidentemente ragazzi più grandi e non bambini o preadolescenti.