Sta per diventare un film il libro di Folco Terzani, “La fine è il mio inizio”, il testo che raccoglie il dialogo che l’autore ha avuto con il padre Tiziano nei suoi ultimi tre mesi di vita.
Un omaggio al giornalista e scrittore, testimone degli eventi storici per alcune importanti testate italiane e tedesche, come il Corriere della Sera, Repubblica e lo Spiegel. La produzione è della tedesca Colina Film, in trattative con Rai Cinema, come tedeschi sono il regista Jo Baier e la sua troupe. Un sito italiano con 30 mila iscritti, un milione e più di libri venduti in patria, ma Terzani è popolare in Germania quasi quanto in Italia.
Il set sarà all’Orsigna, sull’Appennino tra Toscana e Emilia, nei luoghi dove Terzani ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita.
Dopo la morte di Terzani (2004), il figlio ha trascritto le parole con le quali il viaggiatore, il giornalista, lo scrittore, il padre gli ha raccontato la sua vita.
Padre e figlio, seduti sotto una pergola di vite, parlano della morte, della vita, del mondo che li circonda, in un dialogo che è l’eredità lasciata al ragazzo, ma anche una profonda riflessione sulla guerra, sulla storia di paesi lontani: la Cina, il Vietnam, la Cambogia, il Giappone, la Thailandia, la Repubblica diSingapore, l’India.
Ad interpretare il padre è Bruno Ganz, mentre il figlio è Elio Germano. L’attrice austriaca Erika Pluhar interpreta la moglie Angela, Andrea Osvart la figlia Saskia e Gianni Cavina è l’orsignese Mario.
I luoghi sono quelli veri, persino la coperta che Ganz ha sulle ginocchia è proprio quella che cinque anni fa copriva le gambe di Terzani morente ed Elio Germano è costretto a recitare avendo di fronte il suo personaggio in carne e ossa.
“Non devo fare il verso a Folco, ma trovare il suo personaggio dentro di me” dice Germano. “Non gli ho chiesto di raccontarmi un suo stato d’animo in quei tre mesi. Gli ho chiesto, piuttosto, se avesse mai letto quel tale libro che il padre citava”.
Folco Terzani sulle scelte della sceneggiatura afferma: “Abbiamo scelto di lasciare la Storia per metterla al servizio di una ancora più grande che il babbo voleva raccontarmi, il senso di una vita e la storia di un uomo che morendo cerca di spiegare che cosa ha capito, ma sa di non poter tirare conclusioni. Perché nulla si conclude. Altri prima di lui hanno raccontato la vita e la morte con le stesse parole e, dopo di lui, altri continueranno a farlo”.
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1 commento
felicità immensa di questa opportunità che ci regalerete!!!! che gioia infinita!!! bruno ganz e elio germano …sicuramente eccezionali!!! che felice scelta!!!! non potevate fare di meglio
di grande bravura e umanità…non vedo l’ora di vedere il film.
Grazie