Ringflash. Un documento-censimento di volti: l’opera fotografica mette a confronto contrapposte estetiche e tecnologie, mutati strumenti e approcci metodologici al ritratto fotografico
Per la prima volta, il fotografo svizzero farà interagire il suo storico progetto “Figurines” (1978-82), una straordinaria raccolta di ritratti alle icone della scena punk-new wave newyorkese, con la recente inedita serie “Ladies” (2010-11), realizzata in Svizzera e dedicata invece alla carismatica intensità, naturalezza e consapevolezza delle donne senza età di oggi. Infinitamente sfaccettato e intrigante documento-censimento di volti, l’opera fotografica di Edo Bertoglio ci confronterà così con contrapposte estetiche e tecnologie, mutati strumenti e approcci metodologici al ritratto fotografico, rappresentazioni e sublimazioni della donna, tra epocale e ideale, resoconto storico e racconto autobiografico. “Sono trascorsi oltre trentacinque anni, ma il soggetto d’elezione resta immutato. Osservando tratti somatici, espressioni, mutazioni del volto femminile, Edo Bertoglio ha testimoniato il suo tempo e raccontato se stesso. Nei ritratti delle giovani icone metropolitane di fine anni Settanta e primi Ottanta e successivamente in quelli delle donne più adulte e consapevoli da lui fotografate in anni recenti è infatti inscritta una fascinazione per l’identità, che va di pari passo con le tappe di una vita vissuta tra Parigi, Londra, New York. Una full immersion nei costumi e nel glamour di generazioni, culture, scenari diversi, che lui, svizzero di nascita, ha documentato nelle sue immagini”, scrive Mariuccia Casadio nel testo di introduzione al catalogo.
Davanti alla macchina fotografica di Edo Bertoglio hanno posato molti di quei volti che hanno rappresentato un pezzo di storia della città di New York, nel suo momento di massimo splendore artistico e culturale. Edo Bertoglio ha montato sull’obbiettivo della sua Hasselblad il “ring flash” e dal tetto del suo loft tra Broadway e Bleecker Street ha realizzato tra il ’77 e l’82 la serie “Figurines”, in cui i soggetti, completamente illuminati, risultano quasi fisicamente smaterializzati. Questa tecnica permette di annullare i lineamenti e le imperfezioni del volto, trasformando cosi’ le donne in personaggi dei cartoons. La serie “Ladies”, scattata in Svizzera oltre vent’anni dopo il rientro da New York, presenta un cambiamento stilistico evidente. Qui le donne ritratte diventano busti scultorei, privati di qualunque orpello. La grana della pelle, completamente senza trucco, evidenzia i segni di un universo esistenziale. I ritratti, su fondo bianco, esaltano una ricerca delle forme, in un’atmosfera di presenza e assenza, di alternanza tra dialogo e silenzio.
Fotografie che colpiscono per la loro bellezza formale, per il rigore della composizione, in cui la serialità del ritratto crea simmetrie che rimandano alla concezione del catalogo. “E se da un lato ci ricordano come e quanto i volti abbiano ricoperto un ruolo centrale, fondante nell’arte, nella moda, nel cinema e nella concezione dei periodici nati dopo la seconda metà del XX secolo. Dall’altro, distinguono una passione personale e una ricerca che Edo Bertoglio ha voluto tradurre nel presente, contrapponendo alla notturna bistrata pittoresca eccentricità delle sue prime modelle la diurna naturalezza e luminosità dei volti quasi struccati, con i capelli raccolti, delle “Ladies”, che si stagliano su chiarissimi sfondi, come koré di un’età matura senz’altro meno avventurosa, ma non certo priva di una sua carismatica e catalizzante bellezza”. Edo Bertoglio nasce nel 1951 a Lugano, Svizzera. Dopo il diploma di regia e montaggio al Conservatoire Libre du Cinema Francais di Parigi si trasferisce prima a Londra e poi a New York nel 1976 dove ove rimane per quattordici anni. Ha lavorato come fotografo con “Interview magazine” di Andy Warhol e ha documentato la vita artistica e musicale dei personaggi della Downtown scene di New York degli anni settanta e ottanta, tra i quali Jean-Michel Basquiat, Deborah Harry, John Lurie. Le sue immagini vengono pubblicate dalle piu’ importanti riviste di moda, musica arte e costume. Ha diretto Downtown 81 e Face Addict. Rientrato a Lugano nel 1990 e oggi continua l’attività di fotografo e di regista di documentari.