Lo straordinario afflusso di rifugiati nella regione del Mediterraneo non richiede soltanto l’intervento dell’Italia, ma di tutta l’Europa. I ministri di giustizia e degli affari interni da Milano lanciano un appello a tutta l’Europa
La Consigliera federale ha ribadito che la Svizzera e gli altri Paesi dell’Europa devono affrontare insieme questo compito comune, ricordando che l’Italia non può gestire da sola l’operazione Mare nostrum e che, viceversa, non si può lasciare all’Italia e ad altri quattro Stati Dublino (Germania, Francia, Paesi Bassi, Svezia) l’onere di trattare quasi tre quarti di tutte le domande d’asilo in Europa. La consigliera ha affermato che la Svizzera è quindi disposta ad affrontare la discussione sullo sviluppo del sistema Dublino allo scopo di raggiungere una ripartizione equilibrata delle responsabilità. In un colloquio bilaterale, la consigliera federale Sommaruga ha assicurato al ministro degli affari interni italiano Angelino Alfano che, se necessario, la Svizzera è disposta, assieme ad altri Stati, a sostenere l’Italia per risolvere i problemi concreti nell’accogliere e registrare i rifugiati in arrivo, sottolineando nel contempo che la Svizzera si attende che l’Italia continui ad adempiere agli impegni assunti nel quadro dell’Accordo di Dublino.
Nel corso di quest’anno, nei 5 Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione) operanti in Italia, (Bari, Caltanissetta, Roma, Torino e Trapani) sono stati trattenuti 2.124 immigrati, di cui 1.036 rimpatriati. Il dato è stato fornito dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano nel corso di una audizione presso la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato. Attualmente i posti disponibili nei Cie è di circa 500 posti complessivi. Nel 2013 sono stati, invece, trattenuti nei Centri 6.016 immigrati (5.431 uomini e 585 donne), 2.749 dei quali sono stati effettivamente rimpatriati quest’anno risultano trattenuti. I tempi medi di permanenza nei Cie, ha poi spiegato Alfano, sono di 55 giorni a Bari, 24 a Caltanissetta, 32 a Roma e Torino, 50 a Trapani.
Nell’assemblea plenaria del GAI, la consigliera federale Sommaruga ha anche sottolineato l’alta priorità che la Svizzera conferisce anche alla cooperazione con Stati terzi. Questa cooperazione andrebbe rafforzata in particolare con la Libia, Paese nel quale si registrano gravi violazioni dei diritti umani, segnatamente a causa degli scafisti e della tratta di esseri umani. La Consigliera federale ha dichiarato inammissibile permettere a criminali di trarre profitto dalle sofferenze umane e di mettere in gioco la vita dei migranti.
Ha inoltre affermato che è altrettanto importante istaurare una cooperazione internazionale con la Siria, ricordando che la Svizzera, oltre ad aver finora speso circa 85 milioni di franchi per l’aiuto sul posto, accoglie 500 rifugiati riconosciuti nel quadro di un programma pilota di tre anni. Dallo scorso autunno, inoltre, migliaia di persone provenienti dalla Siria sono entrate in Svizzera grazie al rilascio agevolato di visti temporanei – la maggior parte degli interessati sono famigliari di cittadini siriani che vivono già in Svizzera. A Milano la Consigliera federale ha affermato che la Svizzera continua a essere disposta ad accordare protezione alle persone particolarmente vulnerabili.
Attualmente non è previsto nessun nuovo programma concreto. Semmai, la Confederazione allestirebbe un tale programma in stretta collaborazione con i Cantoni, con altri Stati e con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR).
Durante un pranzo di lavoro i ministri hanno infine affrontato l’argomento della violenza sulle donne: la consigliera federale Sommaruga ha illustrato le misure adottate dalla Svizzera per rafforzare la protezione delle vittime. Ha inoltre colto l’occasione di intavolare altri colloqui bilaterali, segnatamente con il ministro degli affari interni tedesco, Thomas de Maizière, con il quale ha discusso della situazione nel settore dell’asilo in Svizzera e in Germania.