Dopo il Sì all’iniziativa contro l’immigrazione di massa, nessuna partecipazione consentita agli studenti svizzeri per il 2014
È nuovo record per Erasmus, i dati diffusi dalla Commissione Ue rivelano infatti che quasi 270 mila giovani hanno beneficiato delle borse europee per studiare o fare tirocinio all’estero nel 2012-2013, contro i circa 253 mila del periodo precedente, segnando un aumento del 6%. Le tre destinazioni preferite, al livello generale, sono state Spagna, Germania e Francia. I Paesi che hanno inviato il contingente più alto di studenti (in proporzione alla propria popolazione di laureati) sono stati Lussemburgo, Liechtenstein, Finlandia, Lettonia e Spagna. In crescita anche il contingente italiano, (+10%), con 25.805 partenze, contro le 23.377 dello scorso anno. Se studiare presso un’altra università continua ad essere la scelta più gettonata, uno su cinque (55.000) ha optato per un tirocinio. Secondo la Fondazione per la collaborazione federale dalla Svizzera hanno beneficiato delle borse europee 2’880 studenti, più 110 che hanno beneficiato di uno stipendio diverso dato che hanno fatto il tirocinio in un paese non UE. Il numero delle donne che hanno partecipato con 58,5% era leggermente più alto di quello degli uomini con 41,5%, cifre simili valgono anche per i numeri di partecipanti dell’UE. Il nuovo programma Erasmus+ nell’arco dei prossimi sette anni (2014-2020) erogherà borse a 4 milioni di persone, tra cui 2 milioni di studenti dell’istruzione superiore e 300 mila membri del personale. Nessuna partecipazione però per il 2014 dopo il Sì all’iniziativa contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio di quest’anno. La Svizzera ha partecipato al programma di formazione per diversi anni, dopo le votazioni però l’UE ha accantonato tutti gli accordi, di cui faceva parte anche Erasmus. Per garantire lo scambio il Consiglio federale ha messo a disposizione degli studenti per cui era previsto un programma Erasmus, stipendi finanziari, che totalmente comprendono 22,7 milioni di franchi per l’anno 2014. L’obiettivo della Svizzera è di poter riattivare l’accordo in futuro, interessata a trovare una soluzione lo è anche la commissaria per la formazione Androulla Vassiliou.