Nel 2013 sono stati effettuati 5500 test d’acquisto. In un caso su quattro (25,8 %) è stato consegnato alcol a minorenni. Questo tasso di vendite illecite è il più basso dagli inizi degli anni 2000. I risultati, nel complesso positivi, variano notevolmente in funzione dei punti e delle ore di vendita. I Cantoni attendono che venga creata una base legale nella nuova legislazione sull’alcol
Nel 2013 il numero di test d’acquisto effettuati e il tasso di vendite di alcolici a minorenni sono diminuiti in proporzioni simili (5503 test d’acquisto per il 25,8 % di vendite nel 2013, 6004 test d’acquisto per il 28,8 % di vendite nel 2012). L’analisi dei punti vendita consente di fare un bilancio più preciso. I negozi di bevande registrano il tasso di vendita più basso con il 7,1% di vendite (22,6 % nel 2012), superando in questo modo le stazioni di servizio (14,3 %), che si sono posizionate al primo posto nel 2012 (16,6 %). Con il 42,1% di vendite, gli eventi e le feste mantengono il loro ultimo posto pur con un miglioramento notevole rispetto al 2012 (54,1 %). Complessivamente cinque categorie di punti vendita nel 2013 hanno registrato tassi di vendita inferiori a quelli del 2012 (negozi di bevande, stazioni di servizio, piccoli esercizi/drogherie, bar/pub ed eventi/feste) e quattro categorie hanno registrato tassi di vendita superiori (ristoranti/caffè, catene di negozi, take away e chioschi). Per il terzo anno consecutivo i tassi di vendita possono essere valutati in funzione dell’ora in cui vengono effettuati i test d’acquisto. Le vendite notturne (dopo le ore 19) rimangono molto più numerose (35%) delle vendite diurne (21,3%). Da circa 15 anni vengono effettuati test d’acquisto in Svizzera. In un primo tempo circoscritta nella Svizzera tedesca, la prassi si è progressivamente generalizzata a tutte le regioni linguistiche. Le tendenze a lungo termine confermano l’efficacia dei test d’acquisto, in particolare se sono accompagnati dalla cooperazione dei punti vendita. Le esperienze sul campo, la pubblicazione di una guida e gli scambi di buone prassi hanno permesso di far evolvere gradualmente la metodologia. Tuttavia, rimangono differenze che possono influenzare i risultati, come la scelta di comunicare o meno in anticipo le campagne dei test d’acquisto mediante annunci sulla stampa o lettere da inviare agli esercizi interessati. Se i due approcci sono giustificati nell’ottica della prevenzione, si può supporre che i tassi di vendita siano più elevati nel caso di test d’acquisto che non vengono comunicati. In mancanza di un modulo standard a livello nazionale, le modalità di raccolta dei dati legati ai test d’acquisto possono ugualmente variare in misura significativa tra i Cantoni. Infine si rilevano differenze importanti per quanto concerne il seguito di un test d’acquisto. Un test d’acquisto positivo (vendita effettuata), ad esempio, può sfociare in conseguenze diverse come una lettera di richiamo, una formazione del personale di vendita effettuata da un professionista o una denuncia alle autorità competenti. In base a queste constatazioni la Regìa federale degli alcool (RFA) prosegue i suoi sforzi di coordinamento per armonizzare gli standard e stabilire priorità d’azione comuni a livello nazionale. In attesa di una base legale federale che permetta di utilizzare i risultati dei test d’acquisto nel quadro di un procedimento penale, e quindi di infliggere multe ai colpevoli, parecchi Cantoni hanno deciso di limitare la realizzazione di test d’acquisto, persino di rinunciarvi completamente nel 2013. La base legale necessaria è prevista nel quadro della revisione totale della legge sull’alcool che è attualmente oggetto di una procedura di appianamento delle divergenze in Parlamento.
Alcool ancora responsabile di incidenti in Svizzera
Nel 2005, con la modifica della legge sulla sicurezza stradale, l’Ufficio federale di statistica ha promosso uno studio sull’evoluzione dei comportamenti dei conducenti e la sicurezza stradale, allo scopo di valutare le conseguenze delle nuove disposizioni. I risultati di questa osservazione mostrano, in relazione al 2013, un calo netto degli incidenti stradali, in particolare quelli che hanno causato feriti e decessi, così come una diminuzione rilevante del consumo di alcol al volante.
Nel 2001, l‘Ufficio federale di statistica (OFS) aveva rilevato 23.896 incidenti con feriti in Svizzera, mentre nel 2005, alla vigilia della riforma della legge sulla sicurezza stradale, il numero di feriti sulle strade elvetiche arrivava a 21.706. A partire da questa data, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) ha rilevato una diminuzione degli incidenti stradali ogni anno. Nel 2013, il calo è stato particolarmente significativo con un numero totale di vittime che ammontava a 17.473, un calo di quasi il 26% dall’applicazione delle nuove disposizioni.
Certamente, analizzando i dati raccolti dall’OFS per l’anno 2013, si possono notare delle discrepanze fra i cantoni e fra le più grandi città del paese. Per esempio, con un tasso di incidenti con feriti di 95 su 50.000 abitanti, San Gallo rimane la città più sicura della Svizzera. Per quanto riguarda i cantoni, il Ticino se ne esce a testa alta con 954 incidenti rilevati e un calo di più del 50% dal 2001, mentre Zurigo ha conosciuto una diminuzione soltanto del 16% nello stesso periodo.
Se gli incidenti con feriti hanno cause differenti, il consumo d’alcool ne è spesso la causa numero uno, specialmente durante il week end e la notte. Anche in questo caso, San Gallo rappresenta il buon esempio della Svizzera, con sette vittime su 50.000 abitanti mentre la media elvetica, in un incidente che implichi il consumo d’alcool, si aggira intorno ai 25 feriti su 50.000 abitanti. Malgrado tutto, il numero di incidenti in cui l’alcool entra in causa, ha conosciuto un netto calo rispetto all’inizio degli anni 2000: nell’ordine del 45% circa.
Questa evoluzione positiva dei numeri della sicurezza stradale è dovuta in gran parte alla legislazione introdotta nel 2005. I controlli sono stati intensificati e il numero dei conducenti sottoposti al test dell’etilometro è aumentato di tre volte dal 2001. Tuttavia, con un tasso del 6% circa, la Svizzera fa parte dei Paesi con il numero di controlli più basso: in Svezia si parla del 21% e in Francia del 15%.