Questa è la frase di Di Battista che la scorsa settimana ha suscitato critiche infinite e la richiesta di dimissione del deputato. Renzi: “E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia…coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo…”
Ancora una volta il Movimento 5 Stelle riesce ad attirare tutte le attenzioni con frasi che danno l’impressione che il partito sia “corresponsabile chi giustifica il terrorismo”. Nel post, il deputato è chiaro:”Se a bombardare il mio villaggio è un aereo telecomandato io ho una sola strada per difendermi a parte le tecniche non violente che sono le migliori: caricarmi di esplosivo e farmi saltare in aria in una metropolitana”; ed ancora, “Nell’era dei droni e del totale squilibrio degli armamenti il terrorismo, purtroppo, è la sola arma violenta rimasta a chi si ribella. È triste ma è una realtà”. Poi, la trattativa: “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione”. Infine: “L’obiettivo politico (parlo dell’obiettivo politico non delle assurde violenze commesse) dell’Isis, ovvero la messa in discussione di alcuni stati-nazione imposti dall’occidente dopo la I guerra mondiale ha una sua logica”.
Parole che pesano e che suscitano la dura condanna degli altri partiti: Dal Pd al Ncd a Forza Italia, passando per l’Udc, tutte le forze politiche condannano il post del pentastellato. Alcuni ne chiedono le dimissioni da deputato (“non è degno di stare in Parlamento” dice il Pd Ginefra). La vicesegretaria democratica Debora Serracchiani parla di “parole pericolose da non sottovalutare perché rappresentano un pericolo per la tenuta di principi sui quali non si può transigere e delineano un indirizzo preoccupante della politica estera del M5s”. La deputata Dem Anna Ascani bolla come “corresponsabile chi giustifica il terrorismo”, mentre per Ernesto Carbone sono semplicemente “parole indegne”.
“Dal Movimento Cinque Stelle argomentazioni del tutto strumentali, quasi adolescenziali sul nostro sostegno ai curdi. C’è chi lega il video della decapitazione del giornalista Usa alla visita di Renzi, per poi fare parziale marcia indietro. Ed ancora, Crimi che non va oltre la mera visione dell’esistente”. Lo afferma in una nota il deputato del Pd Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali. “L’Italia ha obblighi internazionali e umanitari, ha il diritto-dovere di fermare chi vuole la barbarie – continua Patriarca – M5S riduce tutto all’ennesimo referendum pro e contro Renzi, dando prova di un provincialismo estremo”.
“E i grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia…coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo…”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ritwitta un messaggio del presidente del Pd, Matteo Orfini, sul no dei parlamentari del Movimento di Grillo all’incontro con il guardasigilli, Andrea Orlando, sulla riforma della giustizia. Assenti Sel, Lega e Movimento 5Stelle, che già prima aveva annunciato il forfait e che dal blog di Grillo torna all’attacco con una lettera dei parlamentari pentastellati a Orlando dal titolo eloquente: ‘La riforma della giustizia di Berlusconi’. Il post, in cui i 5 Stelle motivano la loro assenza, è accompagnato da un fotomontaggio: Silvio Berlusconi in doppio petto blu ammanettato dietro le sbarre. I 5 Stelle ‘bacchettano’ il ministro, rimproverandogli di non aver risposto alla mail in cui chiedevano, “prima dell’incontro, di conoscere più dettagliatamente i contenuti dello stesso, giacché non siamo disponibili a una chiacchierata ferragostana sul più ed il meno”.
“Siamo contrari agli incontri ‘di facciata’ al chiuso delle stanze – incalzano i grillini – riteniamo che in Italia la Giustizia necessiti di un impegno serio e trasparente”. Dunque snocciolano quelle che i 5 Stelle considerano le priorità, da “una vera legge anticorruzione” a “una norma che riveda il sistema della prescrizione penale”; ma anche una “seria riforma della giustizia civile” e la riorganizzazione del lavoro nei tribunali. Segue poi l’affondo: “Il presidente Renzi ormai parla soltanto di giustizia civile: proviamo un senso di ribrezzo nel constatare che un presidente del Consiglio possa ancora scendere a patti con Berlusconi sulla giustizia”. Per compiere dei passi decisivi sul fronte della giustizia, “basterebbero 2-3 mesi – scrivono i grillini – e basterebbe, innanzitutto, la volontà politica di farlo. Noi questa disponibilità l’abbiamo data sin dal giugno 2013, nel silenzio del suo partito e dei suoi governi. È evidente a tutti che, dopo il Patto del Nazareno, la lotta alla criminalità e, più in generale, la giustizia penale, siano scivolate all’ultimo posto delle priorità del governo. Si parla di responsabilità dei giudici, ma non crede che in Italia dovremmo cominciare a sanzionare seriamente le responsabilità dei criminali, anche se politici?” “Ministro Orlando – concludono i 5 Stelle – è finito il tempo delle chiacchiere e degli slogan usando le slides. È arrivato il momento dei fatti. Quando il suo governo avrà le idee chiare ce lo faccia sapere”.
Al no dei 5 Stelle replica il presidente dell’Assemblea nazionale del Pd, Matteo Orfini: “I grillini rifiutano il confronto sulla riforma della giustizia… Coi terroristi bisogna interloquire, ma guai a farlo col governo…”. A stretto giro di posta il ‘cinguettio’ al vetriolo di Orfini viene ritwittato dal premier Matteo Renzi. E dal canto suo il ministro Orlando, replicando alle accuse dei grillini assicura che sulla riforma della giustizia “non si tratta di fare accordi più o meno segreti con nessuno”.