Un’inchiesta amministrativa ha evidenziato le irregolarità sugli acquisti pubblici. Il ministro dell’economia Schneider-Ammann corre ai ripari
All’inizio si trattava di sospetti di corruzione. Ora il rapporto dell’inchiesta amministrativa ordinata dal Dipartimento dell’economia (DEFR) conferma che questi sospetti sono fondati. Un alto funzionario, caposervizio informatico del fondo di compensazione dell’Assicurazione contro la disoccupazione (AD) sottoposta alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO), aveva favorito per anni, violando le regole, imprese esterne di informatica, a scapito di altre, con incarichi pubblici per milioni di franchi. In cambio aveva ottenuto diversi vantaggi, beneficiando di contanti, viaggi, biglietti VIP e materiale per un valore di diverse migliaia di franchi. Secondo il rapporto anche pochi suoi collaboratori avevano ottenuto regali, ma non nella stessa misura. Il caso di corruzione era stato portato alla luce dopo una ricerca giornalistica dai quotidiani svizzero-tedeschi Tages Anzeiger e Bund.
Il ministro del DEFR, Johann Schneider-Ammann ha presentato il risultato dell’inchiesta nella conferenza stampa a Berna, dicendo di essere “rimasto sorpreso da quanto emerso” e ha giudicato “inammissibili le irregolarità”. Il ministro si assume le responsabilità e in base al rapporto vuole correre ai ripari e ha incaricato la SECO di adottare tutte le contromisure necessarie a ristabilire il corretto funzionamento del fondo entro il 2014. Allo studio ci sono diversi modelli come la completa integrazione dell’AD nella SECO, una struttura autonoma sul modello della SUVA e il mantenimento dello status quo, ma con l’obiettivo di migliorare i controlli e la trasparenza negli acquisti. Un esperto incaricato avrà il compito di studiare i modelli di organizzazione consultando i cantoni e i partner sociali.
Il compito di fare chiarezza su cosa non ha funzionato era stato affidato al professore di diritto zurighese Urs Saxer, che ha tratto le sue conclusioni: “Il diritto in materia di acquisti pubblici non è stato rispettato e il funzionario ha sistematicamente sfruttato la sua posizione”. Tale situazione, che rispecchia il periodo tra il 2006 e 2013, è stata favorita da controlli insufficienti da parte del direttore superiore, Dominique Babey, presumibilmente, il diretto responsabile del principale indagato. Alla SECO nessun si era accorto della situazione, nonostante il controllo finanziario avesse indicato carenze da oltre 20 anni, chiedendo il trasferimento dell’indagato. Secondo Saxer “ci sono stati dei deficit a livello dirigenziale”. Inoltre la struttura di questo settore dell’organizzazione era molto complicata e vigeva una cultura interna in base alla quale le procedure di acquisizione del materiale erano meno importanti del funzionamento del sistema informatico. L’inchiesta penale in corso dovrà determinare le dimensioni di questo caso di corruzione e del danno economico arrecato alla Confederazione.