Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica: “Marte non è una meta impossibile”
Marte non è “una meta impossibile” ma perché l’uomo possa esplorarlo “dobbiamo mettere in conto un investimento pari a circa 1 trilione di dollari, cioè mille miliardi di dollari, e 20 anni di tempo per costruire innanzitutto un complesso sistema di propulsione per inviare sul pianeta rosso astronavi con uomini e rifornimenti a bordo” e riportarli sulla Terra. È la visione dell’astrofisico Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che, intervistato dall’Adnkronos, ritorna così su uno dei temi caldi che sono stati al centro del ‘camp’ estivo promosso da Google in Sicilia al Verdura Golf Resort di Sciacca. “Conquistare Marte è un’impresa gigantesca” ammette Bignami ma, confessa l’accademico dei Lincei, “sono fortemente a favore”. “Andare su Marte consentirà alla conoscenza e alla tecnologia di fare un enorme balzo in avanti, così come la missione Apollo sulla Luna ci ha portato computer, cellulari e tanti altri oggetti hi-tech prima impensabili” e che hanno cambiato la nostra vita, ricorda lo scienziato. Ma dove trovare un trilione di dollari? “L’intera spesa militare mondiale -sottolinea- ammonta a 1.700 miliardi di dollari l’anno, basterebbe risparmiare il 5% di questo budget ogni anno e potremmo trovare le risorse”.
“Se togliamo questo 5% l’anno di spese militari mondiali – afferma Bignami – in 20 anni si può costruire una missione ‘andata e ritorno’ su Marte con le relative tecnologie per consentire la vita di astronauti, l’obiettivo più complesso da raggiungere, e riportarli sulla Terra”. “Su Marte infatti – ricorda Bignami – l’atmosfera è pari al 7 per mille di quella della Terra e non c’è ossigeno, quindi per consentire la sopravvivenza di uomini, naturalmente limitata nel tempo, sul pianeta rosso bisogna pensare a scafandri altamente tecnologici come quelli usati per la conquista della Luna”. Bignami ha descritto nel suo ultimo libro “Il mistero delle 7 sfere”, una missione su Marte nel dettaglio. “In uno studio realizzato con il Nobel Carlo Rubbia – spiega – abbiamo previsto la possibilità di sopravvivenza all’incirca di 41 giorni su Marte, l’intera missione, tra andata e ritorno, durerebbe complessivamente 369 giorni visto che Marte è mille volte più lontano da noi della Luna”.
Nel suo libro, Bignami accompagna il lettore in uno straordinario viaggio alla scoperta delle sette sfere, in parte ancora inesplorate, che circondano, sopra e sotto di noi, la sfera 0 della superficie terrestre. Nel nostro pianeta restano da perlustrare le immense dimensioni degli oceani e dei loro fondali (sfera -1), ma anche il nucleo incandescente della Terra (sfera -2). La tecnologia attuale ci ha già portati nel cielo, fuori dall’atmosfera terrestre (sfera +1) fino a posare il piede sulla Luna (sfera +2). Poi, scrive lo scienziato nel suo libro, l’energia nucleare della fissione porterà l’Homo sapiens oltre la Luna fino a Marte, ovvero all’inizio della sfera +3, che contiene tutto il sistema solare e che esploreremo grazie alla fusione nucleare.
Fonte: Adnkronos