Secondo il primo sondaggio della SRG SSR sono pochi i consensi alla cassa malati, mentre c’è incertezza sull’IVA discriminatoria
Il 28 settembre saranno sottoposte all’elettorato svizzero due iniziative. La prima “Per una cassa unica pubblica” chiede che l’attuale sistema sia sostituito da una cassa malati unica nazionale. La cassa sarebbe pubblica e istituita dalla Confederazione con agenzie cantonali e intercantonali e impedirà di offrire e gestire l’assicurazione sanitaria obbligatoria alle compagnie assicurative private. Oggi in Svizzera esistono 61 casse malati per l’assicurazione di base e quest’ultime dovranno limitarsi al settore delle assicurazioni complementari. Il nuovo istituto dovrebbe basarsi sul modello dell’assicurazione infortuni (SUVA). L’iniziativa è stata promossa dal Partito socialista, dai Verdi e dalle associazioni dei pazienti e dei consumatori, che mirano a frenare i premi dell’assicurazione obbligatoria. Il testo è stato respinto dal Consiglio federale e dalle due Camere del Parlamento e dalle forze di centro e di destra. I contrari hanno fatto leva sul fatto che gli assicurati non avranno più la possibilità di cambiare cassa per cercare un premio più basso e che una cassa pubblica è esposta ai rischi di un regime di monopolio.
La seconda iniziativa “Basta con l’IVA discriminatoria per la ristorazione”.è stata promossa dall’associazione dei ristoratori Gastrosuisse per fronteggiare la concorrenza dei take-away. Secondo il testo, il tasso di IVA imposto alle prestazioni della ristorazione, attualmente dell’8%, dovrebbe essere in futuro uguale a quello applicato per gli alimenti venduti da take-away e dal commercio al dettaglio, pari al 2,5%. Gastrosuisse chiede lo stesso trattamento almeno sotto il profilo fiscale, ma avrà il compito di convincere l’elettorato che a guadagnarci nell’abbassamento dell’IVA non saranno solo i ristoratori, ma anche i clienti, grazie ad una riduzione dei prezzi nei ristoranti. Altrimenti potrebbero essere gli argomenti del Governo ad incoraggiare la bocciatura dell’iniziativa: la riduzione dell’IVA comporterebbe minori entrate fiscali tra i 700-750 milioni di franchi, da compensare aumentandola in altri settori e inoltre non si può giustificare l’aumento dei prodotti del commercio al dettaglio, perché sono considerati di prima necessità.
I risultati del primo sondaggio dell’istituto gfs.bern, commissionato dalla SRG SSR, indirizzano l’iniziativa della cassa malati verso la bocciatura. Degli interpellati solo il 40% ha intenzione di votare “sì”, contro il 51% di contrari. Del 9% degli indecisi la maggioranza dovrebbe tendere a respingerla, secondo l’analisi dell’istituto. Sarà una votazione all’insegna del classico scontro tra sinistra (due terzi degli elettori di base dicono sì) e le forze di centro e di destra, con quote intorno al 70%. Diverse le opinioni anche tra le regioni linguistiche. La Svizzera francese e italiana con il 55% e rispettivamente il 53% sono a favore della cassa pubblica, contro il 59% della Svizzera tedesca. I motivi di queste differenze si riscontrano nella sensibilità alle questioni sociali di Romandia e Ticino.
Vigono invece equilibrio e incertezza nelle posizioni relative all’iniziativa sull’IVA con un leggero vantaggio per i sostenitori. Il 41% che approverebbe un’uguale aliquota IVA è però una maggioranza relativa. Lo scarto di 7 punti sui contrari (34%) potrebbe non bastare, poiché i risultati rispecchiano nel 25% degli indecisi, che in molti non hanno ancora un’opinione, non conoscendo bene la posta in gioco del progetto. Resta dunque in bilico l’esito alle urne. Tradizionalmente nelle iniziative i contrari tendono ad aumentare, se durante la campagna di voto (ancora in stallo) non “si accenderanno dibattiti populistici sullo stato fiscale” è la previsione di Claude Longchamp, responsabile dell’istituto gfs-bern.