Conferenza svizzera dei direttori cantonali: riunione a fine ottobre
Gli allievi delle scuole elementari della Svizzera tedesca devono continuare a imparare due lingue straniere: è l’opinione di Christoph Eymann, presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE). In un’intervista pubblicata oggi dal settimanale “Sonntagszeitung”, Eymann ha affermato: “continueremo ad imporre la nostra opinione in materia, se non può fare altrimenti”.
“Porteremo avanti il cosiddetto modello 3/5, ovvero l’introduzione di una prima lingua straniera in 3a e della seconda in 5a”, ha ribadito Eymann, ripetendo un proposito già reso noto nel corso della scorsa settimana dalle colonne della “Aargauer Zeitung”. Mercoledì scorso il governo del canton Nidvaldo ha annunciato l’intenzione di sopprimere l’insegnamento del francese alla scuola elementare, mantenendo solo l’inglese. Il cantone intende però aumentare le ore di francese alla scuola media e rendere obbligatorio un soggiorno linguistico in una regione francofona. In precedenza la stessa linea era stata resa nota da Turgovia. La CDPE affronterà il tema delle lingue straniere nel corso di una riunione a fine ottobre, alla quale “è invitato anche il consigliere federale Alain Berset”, ha detto Eymann alla SonntagsZeitung. “Sono fiducioso che troveremo una soluzione”. In pieno dibattito sull’apprendimento del francese nelle scuole elementari della Svizzera tedesca il Consiglio federale ha adottato lo scorso mercoledì nuove misure per rafforzare la promozione del plurilinguismo nell’Amministrazione federale. La revisione delle basi legali punta a migliorare la rappresentanza delle minoranze linguistiche, in particolare tra i quadri, ad ampliare le competenze linguistiche del personale e a facilitare l’accesso ai corsi di lingua.
In tal modo il governo intende dare il buon esempio e contribuire fattivamente all’incoraggiamento delle lingue nazionali e al rafforzamento della coesione. In futuro, per esempio, le quote di rappresentanza delle comunità linguistiche (68,5-70,5 germanofoni, 21,5-23,5% francofoni, 6,5-8,5% italofoni, 0,5-1,0% romanci) non saranno più definite soltanto per l’insieme di un dipartimento, ma anche per le singole unità amministrative. La revisione dell’ordinanza permette inoltre di estendere l’autonomia e le competenze della figura della delegata federale al plurilinguismo, la ticinese Nicoletta Mariolini, la quale potrà intervenire più attivamente nei processi chiave della promozione delle lingue nazionali nell’Amministrazione federale. In futuro, la persona chiamata a rivestire questa carica sarà nominata direttamente dal Consiglio federale e integrata sul piano amministrativo nel Dipartimento federale delle finanze (DFF). Oltre alla modifica dell’ordinanza sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche, il governo ha approvato oggi pure la revisione totale delle Istruzioni del Consiglio federale concernenti la promozione del plurilinguismo nell’Amministrazione federale.
La Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale (CSEC-N) si è occupata di temi legati al plurilinguismo. Fra le altre cose ha deciso di respingere una mozione presentata dal consigliere agli Stati Fabio Abate (PLR/TI) sui requisiti linguistici che figurano nei bandi di concorso per impieghi nell’amministrazione federale. Il testo chiedeva di introdurre regole più severe per evitare di favorire una lingua nazionale a scapito delle altre nelle assunzioni. La Commissione ritiene però che gran parte delle richieste del senatore ticinese siano già state soddisfatte grazie alla revisione dell’ordinanza sulle lingue e alle istruzioni del Consiglio federale in quest’ambito. La commissione ha pure depositato un postulato che incarica il Consiglio federale di elaborare, in collaborazione con i Cantoni, un piano per lo scambio linguistico sistematico nella scuola dell’obbligo e nella formazione di livello secondario. Visti i diversi interventi e delle numerose decisioni prese dai Cantoni sull’insegnamento della seconda lingua nazionale nella scuola dell’obbligo, la commissione ha inoltre deciso di occuparsi di nuovo di questo tema il prossimo trimestre invitando i principali interessati.