Il Consiglio federale intende disciplinare l’acquisto di vaccini in modo che, in caso di pandemia, la popolazione possa disporre rapidamente di sufficienti dosi. A tal fine ha concluso un accordo con Novartis per riservare, nei prossimi cinque anni, le capacità necessarie per produrre vaccini pandemici. L’accordo permetterà alla Svizzera di ordinare le quantità che s’impongono in base alla gravità della pandemia e di assicurare così la copertura vaccinale dell’80 per cento della popolazione. Secondo il Consiglio federale, infatti, in caso di pandemia grave la disponibilità delle persone a vaccinarsi – e quindi la richiesta di vaccini – dovrebbe essere elevata.
I vaccini sono la principale misura di lotta alla pandemia. Secondo il Governo è assolutamente indispensabile che la Svizzera si riservi determinate capacità produttive per disporre, in caso di necessità, di sufficienti dosi vaccinali – il che non sarebbe garantito senza un contratto. Anche altri Paesi europei si sono garantiti le necessarie capacità di produzione. I costi di questa operazione – di fatto una specie di «assicurazione» – sono stimati a circa 10 milioni di franchi l’anno, ossia a poco più di un franco per abitante, e sono ritenuti sopportabili in considerazione dell’entità dei potenziali danni di una grave pandemia.
Il Consiglio federale chiede perciò al Parlamento di stanziare un credito d’impegno di 50 milioni di franchi per i prossimi cinque anni e di portare il credito a preventivo per la farmacia dell’esercito a 9,7 milioni di franchi. Questi costi non comprendono le spese per l’acquisto dei vaccini in caso di pandemia.