Sempre meno liste d’attesa: organi artificiali o “ibridi” potranno snellire le attese dei trapianti!
Il benessere umano e il miglioramento della vita sono al centro degli studi di ricercatori e medici di tutto il mondo. Uno dei temi che ultimamente ha riunito i maggiori studiosi di tutto il mondo ha riguardato un tema molto interessante e soprattutto di grande utilità: la possibilità di utilizzare organi artificiali o “ibridi” nell’uomo. Uno dei tasti dolenti della medicina odierna riguarda il campo dei trapianti d’organo, le lunghe liste d’attesa e la penuria dei donatori. Molti pazienti in lista d’attesa, lottano contro il tempo e tra la vita e la morte perché, magari, il trapianto è l’unico rimedio al loro problema e che può garantirgli la salvezza. Spesso le attese si fanno troppo lunghe e anche se le stime degli ultimi tempi ci indicano un miglioramento per quanto riguarda la donazione degli organi, con l’aumento di circa l’8% in più nei paesi dell’Unione europea, non si riesce ancora a snellire la corposa lista di circa 60.000 pazienti in lista.
Per fortuna arrivano buone notizie sul dronte della ricerca medica. Pare, infatti, che negli ultimi tempi si sia arrivato a realizzare degli organi artificiali in grado di sostituire gli organi reali. Si tratta di organi “ibridi” ovvero metà umani e metà artificiali come fegato o reni, fino ad arrivare alla tiroide prodotta in laboratorio con cellule staminali: organi artificiali o bioartificiali, tessuti sintetici e protesi supertecnologiche potranno ridare benessere a molti pazienti oggi senza altra possibilità di cura, in attesa di un trapianto di organo o non idonei ad esso. L’argomento è stato trattato la settimana scorsa durante il congresso della Società Europea degli Organi Artificiali (ESAO) all’Università Cattolica di Roma, dove si sono riuniti i massimi esperti mondiali del settore. Durante il congresso saranno esaminate le novità sperimentali e cliniche da tutto il mondo per la sostituzione di organi o tessuti danneggiati allo scopo di raggiungere il recupero della funzionalità del corpo del paziente e naturalmente il suo benessere. Durante il congresso, che si è svolto dal 17 al 20 settembre, sono stati esposti i numerosi progressi di questo settore in cui la ricerca è riuscita a realizzare organi bioartificiali, fatti a metà di cellule umane e a metà di materiale sintetico, ma anche cuore artificiale e arti bionici collegati al cervello del paziente e quindi comandabili col pensiero fino alla realizzazione della tiroide costruita in provetta con le cellule staminali, tutti presentati attraverso 164 poster scientifici e 116 presentazioni orali, nonché 76 letture di scienziati di tutto il mondo che hanno cercato di identificare i limiti delle terapie oggi in uso e tracciare la strada per lo sviluppo di trattamenti di nuova generazione veramente in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti, aiutandoli a raggiungere una condizione di benessere nonostante il loro problema di salute o disabilità fisica.
“La chirurgia sostitutiva è sempre più avanzata e mira sempre di più a ridare funzionalità al paziente. Vanno in questo senso le protesi di arti che siano ‘allacciate’ al cervello del paziente tramite interfaccia uomo-macchina, in modo che il paziente sia in grado di comandarle col pensiero e usarle ‘come’ un arto naturale” ha spiegato Celestino Pio Lombardi, direttore dell’Unità di chirurgia endocrina del Gemelli, presidente dell’evento insieme a Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria industriale presso il Dipartimento di ingegneria per l’ambiente e il territorio e ingegneria chimica dell’Università della Calabria. La ricerca in questo campo è molto attiva e si pone obbiettivi utili al miglioramento della vita del malato tra i quali, spiega Lombardi “che una persona possa godere di una migliore qualità della vita sostituendo parti e organi del proprio corpo persi per svariati motivi. Vi è la forte volontà della ricerca di andare avanti, di fare rapidi progressi, si tratta di una ricerca transazionale dal laboratorio al letto del paziente, con ricadute cliniche che sono già attuali”. Inoltre, altro argomento importante, riguarda il fatto che l’introduzione di organi e tessuti artificiali che riguardano moltissime parti del corpo, dalle valvole cardiache alle protesi vascolari, per la sostituzione di vene e arterie, ad organi veri e propri come fegato, rene, pancreas e cuore, può assottigliare, non di poco, le lunghe liste d’attese: “In futuro questi organi e materiali bioartificiali potrebbero contribuire a snellire le liste d’attesa di trapianti da donatori o potrebbero aiutare pazienti oggi non idonei al trapianto d’organo”.