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22 November 2024
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Svizzera

Dove siamo circoscritti?

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Consolati Svizzera1Dopo le ultime vicissitudini consolari, che hanno portato alla chiusura di alcune sedi importanti, molti dei nostri connazionali non sanno a chi rivolgersi. Analizzando il contesto attuale e ascoltando il parere di alcuni funzionari interessati, abbiamo provato a fare chiarezza sulla situazione

“Ci sentiamo abbandonati!”

La situazione in cui si è trovato il nostro lettore Pietro Siciliano, purtroppo, non è un caso sconosciuto alla comunità di italiani all’estero, né tanto meno un caso isolato. Prima di un viaggio in Germania, il signor Siciliano ha voluto rinnovare il suo passaporto recandosi al Consolato di Zurigo. Questione banale, si potrebbe pensare, invece…

Signor Siciliano, ci vuole spiegare la situazione?

Con tutti i documenti necessari per rinnovare il passaporto, mi sono recato al Consolato di Zurigo, che, abitando a Spreitenbach, è quello più vicino. Ho fatto una lunga fila,  e dopo circa tre ore di attesa allo sportello mi hanno riferito che sarei dovuto andare al Consolato di Basilea. Quando ho chiesto il motivo mi hanno risposto solo che le disposizioni sono queste, senza darmi maggiori spiegazioni.

Mi hanno dato un numero telefonico a cui rivolgermi per avere maggiori informazioni. Ma il telefono squilla a vuoto perché non lo prende mai nessuno o è occupato. Ormai sono due settimane che telefono a quel numero e non risponde mai nessuno, la segreteria automatica spiega solo quali sono gli orari d’apertura, orari in cui è sempre occupato! Sembra che non vogliano rispondere!

Lei prima si rivolgeva al Consolato a Wettingen, ormai chiuso. Ma non è stato informato sulle nuove normative?

No, non ho avuto nessuna informazione dopo la chiusura del Consolato a Wettingen (ndr chiuso il 30 novembre 2013), anche della chiusura ho saputo solo in radio. Nessuno ha provveduto a informarci, ne gli enti direttamente interessati, ma neanche il Comites.

Adesso, a sue spese, ha saputo che dovrà rivolgersi a Basilea. Perché, secondo lei, la nuova disposizione è un problema?

Ma è giusto che noi dobbiamo percorrere 200 km (andata e ritorno) per andare a Basilea? Non mi sembra normale! Perché non tengono conto anche del fatto che ci sono persone anziane o malate che semplicemente non hanno la possibilità di recarsi a Basilea per queste questioni. Non è giusto! Sono in Svizzera dagli anni 60, ho sempre pagato le tasse ed ho sempre sostenuto il mio paese nativo. Ora ci sentiamo abbandonati, non solo per la questione dei Consolati, anche per quello che sta succedendo con i corsi di lingua e cultura, per le tasse come l’IMU etc. Perché se la prendono sempre con i più deboli, in Italia abbiamo fatto tanti sacrifici, comprando case e tutto quello che ne comporta, adesso chi rimane fregato siamo noi, che non veniamo manco informati sulle questioni che ci riguardano, è così che ci ripagano!

Qual è, secondo lei, una possibile soluzione?

Agevolazione per quelli che abitano ad una certa distanza, tenendo conto dei chilometri e della situazione delle persone, l’età, lo stato di salute, etc.! Il Consolato di Zurigo è come quello di Basilea e la questione di rinnovare un passaporto dovrebbe essere una faccenda abbastanza banale e fattibile senza tutte queste complicazioni!

[email protected]

 

In seguito all’episodio che ha interessato il nostro lettore, abbiamo rivolto alcune domande al Console Generale di Zurigo Francesco Barbaro per barbarochiarire la situazione. Gentilmente il Console Barbaro ha inviato il seguente commento che pubblichiamo per intero

Il sig. Pietro Siciliano ai nostri atti risulta residente a Spreitenbach ¨nel cantone Argovia di competenza del Consolato di Basilea dopo la chiusura dell’Agenzia di Wettingen. In considerazione della mole del pubblico che ogni giorno viene ricevuto  da questo ufficio, non ci rammentiamo se effettivamente il sig. Siciliano si sia presentato presso i nostri sportelli.

Ad ogni modo, qualora si fosse presentato gli avremmo sicuramente spiegato che la sua  richiesta di rilascio del passaporto deve essere presenta al Consolato di Basilea competente per territorio.  Circa le segnalate  difficoltà di contatto telefonico, non è chiaro se l’interessato si sia prima presentato allo sportello e poi abbia sollecitato ulteriori informazioni per telefono. Il centralino di questo consolato generale registra purtroppo un costante sovraccarico per via delle centinaia di telefonate in arrivo ogni giorno.  E’ in corso in proposito un esperimento, di prossimo avvio, per rafforzare adeguatamente il servizio in parola, che presenta effettivamente delle criticità.  Si coglie l’occasione per  precisare che sul nostro sito sono elencati  i cantoni di competenza di questo Consolato generale, compresi i nuovi cantoni già di competenza dell’ex consolato d’Italia in San Gallo. Inoltre, sono indicati i recapiti telefonici dei vari servizi consolari (passaporti, notariato, cittadinanza, stato civile, ecc.) cui è sempre possibile chiamare negli orari indicati.

 

Visti gli ultimi spiacevoli episodi che hanno interessato la  chiusura del Consolato di San Gallo, abbiamo chiesto a Sergio Giacinti, presidente Comites di San Gallo, di fornirci la sua opinione sulle seguenti questioni:

Nonostante varie proteste, lo scorso 31 luglio è stata chiusa la sede consolare di San Gallo. In un comunicato del Comites si legge che la chiusura è una questione ancora tutta aperta: che cosa significa ciò?

Quella dei servizi consolari a San Gallo è una questione aperta ancora su due fronti:

  1. al Ministero degli Affari Esteri, il Vice Ministro Lapo Pistelli ha dato assicurazione al Comitato per le questioni degli Italiani all’estero del Senato che per la sede di San Gallo sarebbe stata possibile una soluzione basata sulla presenza in città di 2 o tre impiegati consolari, assunti in loco, e di una unità proveniente dai ruoli del MAE.

Stiamo a vedere quanto vale la parola di un Vice Ministro e quanto tempo passerà per la messa in pratica di tale soluzione. È da ricordare che la famosa mozione del sen. Micheloni, che chiedeva la sospensione di tutte le chiusure di sedi consolari “in atto”, è stata barattata il 28 maggio scorso, in sede di approvazione in aula al Senato, proprio con la controproposta avanzata a nome del Governo dal Vice Ministro Pistelli. Per averne prova basta consultare il testo della mozione 100 approvata dal Senato il 28.5.2014.

  1. davanti al TAR (Tribunale amministrativo regionale) del Lazio, è pendente il ricorso presentato dal COMITES di San Gallo contro la chiusura del Consolato d’Italia in San Gallo. Nell’udienza del 10 settembre scorso il tribunale ha rinviato la causa ad altra data, che sarà comunicata nei prossimi giorni.

Il TAR, pertanto, ha deciso di non respingere il ricorso presentato dal Comites e di entrare nel merito della questione sulla legittimità della chiusura del Consolato di San Gallo. Contro la decisione del TAR, l’Avvocatura dello Stato, per conto del Ministero degli Esteri, ha presentato a sua volta un ricorso. Entro i prossimi 30 giorni i legali del Comites avanzeranno una nuova “memoria” scritta e quindi il TAR dovrà pronunciarsi.

“Informazioni in rete”

Il parere dell’Ambasciatore Cosimo Risi

In che modo sono stati informati gli italiani che prima si recavano al Consolato di San Gallo sulla chiusura e sulla nuova circoscrizione consolare (Zurigo)? Il Comites ha provveduto a fornire queste informazioni?

Le informazioni sulla chiusura del Consolato a San Gallo – e dell’attribuzione della sua circoscrizione al Consolato Generale d’Italia in Zurigo – sono state diffuse tramite stampa locale svizzera, mensile Comunità, periodico Solidali&Insieme e comunicazioni e-mail fatte dal Comites a tutti i Comitati Cittadini della zona. Anche il Consolato d’Italia in San Gallo ha provveduto a diramare un avviso già a partire da giugno 2014.

Inoltre le varie manifestazioni di protesta, succedutesi nel corso degli ultimi mesi precedenti la chiusura del consolato, hanno avuto come finalità proprio quella di impedire l’aggregazione della circoscrizione consolare di San Gallo a quella di Zurigo, per il timore che i servizi consolari diventassero ancor più difficili erogare e da raggiungere da parte dell’utenza.

 

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