“No a zona cuscinetto, proteggeremo la nostra sovranità”
“I tentativi della Turchia di creare una zona cuscinetto sul territorio siriano costituiscono una flagrante violazione delle convenzioni dell’Onu e delle leggi internazionali”. Così in una nota il ministero degli Esteri di Damasco riguardo all’ipotesi di creare una zona cuscinetto al confine tra Turchia e Siria. “La Siria respinge categoricamente l’ipotesi della creazione di una zona cuscinetto in qualsiasi parte del suo territorio sulla base di qualsiasi pretesto e respinge anche l’intervento militare straniero sul suo territorio”, si legge nel comunicato riportato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. La scorsa settimana il presidente francese Francois Hollande si era detto favorevole alla creazione di una zona cuscinetto tra Siria e Turchia per proteggere i civili in fuga dalle violenze dei jihadisti dello ‘Stato islamico’ (Is) nella zona di Kobane, nel nordest della Siria. “La Siria prenderà tutte le misure necessarie per proteggere la sua sovranità e la sua integrità territoriale dopo consultazioni con i Paesi amici”, si legge nella nota, con un chiaro riferimento a Russia e Iran. “Il popolo siriano – prosegue il comunicato – non permetterà a nessuno di interferire”.
Almeno 662 persone sono morte in Siria da quando i jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno lanciato il loro attacco contro Ein al-Arab (Kobane per i curdi), lo scorso 16 settembre. Lo riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, affermando che si tratta solo delle morti verificate, ma il numero reale delle vittime potrebbe essere pari al doppio. Nella cittadina sul confine con la Turchia si contano 20 civili uccisi. Tra loro ci sono due adolescenti, mentre in 17 hanno subito una vera e propria esecuzione, che in quattro casi è avvenuta per decapitazione. Sono 258 i militanti curdi delle Unità per la protezione del popolo (Ypg) uccisi. Tra loro, quattro donne (una si è fatta esplodere in un attentato suicida e tre sono state decapitate). Sono invece 374 i jihadisti dell’Is morti. Tra le vittime, anche nove militanti di gruppi ribelli avversi all’Is.