“Caro Renzi, non te la prendere a male, ma per quel che mi riguarda, i miei 80 euro te li restituisco, da qui ai prossimi tre anni. Quello che ti chiedo in cambio, sono servizi, asili, maternità riconosciute, parità di genere, diritto alla genitorialità, diritto all’abitare, diritto al lavoro e all’esistenza. Per farlo hai tempo da qui ai prossimi tre anni e puoi utilizzare anche i miei 80 euro”. È una mamma italiana, precaria, a scriverlo in una lettera rivolta al premier Matteo Renzi in risposta al bebè bonus di 80€ al mese destinato a tutte le neo mamme del 2015. Il bonus maternità non va proprio giù a molte mamme italiane. Da un lato c’è chi si lamenta perché non vi entrerà per pochi giorni, pensiamo a quella “sfortunata” mamma che partorisce gli ultimi giorni del 2014, non avrà forse le stesse esigenze di una mamma che partorirà a gennaio 2015? Dall’altro lato ci sono tutte quelle mamme, come l’autrice della missiva sopracitata, che gli 80€ non li vuole (anche se non sappiamo se poi li prenderà) perché rappresentano una formalità che, seppur utili, non sgravano sui 300€ di costo di un asilo nido, che invece sono un prezzo sostanzioso e che grava sul bilancio di una famiglia. Quanti commenti a favore di questa coraggiosa mamma, tutti d’accordo con lei e sul fatto che gli 80€ emessi a favore del nascituro siano inutili, quando invece sarebbero servite riforme sociali ben mirate, come servizi, asili, diritto alla genitorialità etc. Il discorso di tutte queste mamme non fa una piega. Non è un segreto, infatti, che l’Italia sembrerebbe, a loro dire, il posto meno adatto a metter su famiglia. Ma è anche vero che le riforme si fanno a piccoli passi, si comincia con un bonus di 80€ che magari negli anni potrebbe anche crescere o affiancarsi ad altre iniziative e proposte. Dopotutto anche in Svizzera riceviamo circa 200 Fr al mese, lordi, gli asili nidi privati costano uno sproposito, devi metterti in lista per assicurarti un posto e pensarci molto prima per garantirti il nido che preferisci e nessuno mai penserebbe a rendere i 200 Fr mensili indietro. Forse l’unica differenza sarebbe che qui, come in tanti altri posti nel modo, gli asili nido ci sono, mentre in Italia ci sono realtà assurde dove non esistono proprio.
Allora una proposta utile per Renzi e per il suo governo, sarebbe quello di far decidere alla neo mamma, chiedere direttamente “li vuoi gli 80€ o preferisci destinarli alla creazione di un asilo della tua zona?”. A conti fatti e a sentir tutti quelli che giustamente hanno appoggiato le idee e le critiche della mamma autrice della lettera, con i loro soldi si potrebbero realizzare strutture pubbliche per i loro figli, si creerebbero posti di lavoro e sicuramente situazioni più favorevoli al benessere della famiglia (asili in zona per esempio), oltre che un investimento per il territorio interessato. Una proposta concreta: almeno il sacrificio delle mamme orgogliose che rendono indietro il bonus potrebbe servire a qualcosa! Ma in Italia, purtroppo, il bello è lamentarsi, a torto o a ragione, sempre e comunque.