Il giorno 11 novembre 2014, la classe seconda del liceo Pier Martire Vermigli si è recata a San Gallo, accompagnata dai professori Stadler e Machì, per approfondire la conoscenza dell’epoca medievale attraverso le opere architettoniche. Questa uscita didattica è l’esempio di come ci si può arricchire culturalmente anche senza l’uso di “noiosi” libri. Infatti le chiese e le mostre possono trasformarsi in esempi concreti di quello che viene spiegato nei libri. Possiamo affermare questo sulla base delle osservazioni di una studentessa che dice di essere stata colpita dalla differenza di stile tra l’Abbazia di San Gallo e la chiesa di San Lorenzo (ora protestante), in quanto la prima (Abbazia cattolica) presenta una struttura barocca (rococò), cioè molto elaborata e con un soffitto ricco di affreschi che però, anziché essere luminoso, appare ingrigito e cupo poiché rispecchia il clima della zona. Nella chiesa di San Lorenzo invece si nota uno stile neo-gotico, completamente diverso da quello dell’altra chiesa, nonostante fossero nella stessa città.
San Gallo, come ci ha raccontato la nostra guida, è stato da sempre un luogo conosciuto per le rivalità tra protestanti e cattolici. Tant’è vero che venne eretto un muro tra le due chiese per dividere le due confessioni, e quando l’arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Borromeo, decise di far visita all’Abbazia, venne costruita una porta apposita per permetterne l’ acceso senza passare nel territorio protestante.
L’ultima tappa della visita didattica è stata la mostra “Vedi Napoli e poi muori”, il cui nome a prima vista potrebbe portare fuori strada, ma in realtà Napoli era l’ultima città del “grand tour” che i religiosi facevano per procurarsi documenti importanti e portarli poi nella biblioteca abbaziale (Stiftsbibliothek). Parte di questi documenti erano esposti nella mostra, così abbiamo potuto consolarci della sfortuna di aver trovato chiusa la biblioteca. Questa esposizione è stata coinvolgente rispetto alle mostre tradizionali perché era obbligatorio indossare delle strane ciabatte che impedivano alle scarpe di rovinare il parquet. Il lato divertente era che grazie ad esse riuscivamo a “pattinare”, e appunto per questo la nostra ultima meta si è trasformata in un momento di svago.
La giornata è stata utile non solo per l’approfondimento culturale, ma anche per aiutare noi ragazzi a conoscerci meglio e a trascorrere momenti di gioco insieme.
Francesca Torazzi e Enza Cesarini