Gli Stati Uniti hanno deciso di ripristinare le relazioni diplomatiche con Cuba, interrotte mezzo secolo fa
Lo ha annunciato un alto funzionario americano, rivelando che il presidente Barack Obama ha discusso lo scorso martedì al telefono questa “svolta” con il presidente cubano Raul Castro. La storica decisione prevede tra l’altro l’alleggerimento delle sanzioni americane nei confronti dell’Avana. Il disgelo entra nel vivo con la liberazione di Alan Gross, cittadino americano arrestato cinque anni fa a Cuba e tornato negli Stati Uniti lo scorso martedì.
Gli Stati Uniti stanno compiendo un “passo storico” nel nuovo corso delle sue relazioni con Cuba. Così la Casa Bianca ha annunciato una serie di misure volte a rilanciare le relazioni tra i due Paesi, separati da “144 chilometri di mare, ma uniti dalle relazioni tra i due milioni di cubani e americani di origini cubane che vivono negli Stati Uniti e gli 11 milioni di cubani che con loro condividono simili speranze per un futuro migliore” sull’isola caraibica. L’amministrazione del presidente americano Barack Obama sottolinea come sia chiaro che “decenni di isolamento di Cuba voluto dagli Usa hanno fallito nel raggiungere il nostro obiettivo per la promozione e la crescita di Cuba come [una nazione] democratica, prospera e stabile”. Il riconoscimento dei limiti dell’approccio di Washington Dc verso L’Avana porta la Casa Bianca a dire che non può “continuare a fare la stessa cosa e ad aspettarsi gli stessi risultati”. Per quanto piena di “buone intenzioni”, la strategia americana ha pochi effetti oggi, così come li aveva nel 1961: “Cuba è governata dai Castro e dal partito comunista”. “Il Santo Padre desidera esprimere vivo compiacimento per la storica decisione dei Governi degli Stati Uniti d’America e di Cuba di stabilire relazioni diplomatiche, al fine di superare, nell’interesse dei rispettivi cittadini, le difficoltà che hanno segnato la loro storia”. “Nel corso degli ultimi mesi, il Santo Padre Francesco ha scritto al Presidente della Repubblica di Cuba, S.E. il Sig. Raúl Castro, ed al Presidente degli Stati Uniti, S.E. il Sig. Barack H. Obama, per invitarli a risolvere questioni umanitarie d’interesse comune, tra le quali la situazione di alcuni detenuti, al fine di avviare una nuova fase nei rapporti tra le due Parti”. Lo rende noto un comunicato della segreteria di Stato vaticana.
Il presidente americano Barack Obama ha ringraziato Papa Francesco per il ruolo cruciale avuto nella liberazione di Alan Gross. Nel discorso Obama ha spiegato che “sua santità Papa Francesco ha fatto personalmente appello a me e al presidente cubano Raul Castro attraverso lettere, premendo per una risoluzione del caso di Alan e dell’interesse di Cuba per la liberazione di tre agenti cubani detenuti in Usa da oltre 15 anni”. Alla fine del discorso con il quale ha annunciato l’inizio della normalizzazione delle relazioni con Cuba, Barack Obama si è rivolto direttamente ai cubani e parlando in spagnolo ha detto: “l’America tende una mano amica” perché “todos somos americanos”, ovvero “siamo tutti cittadini delle Americhe”. In questa occasione il presidente americano invita ad andare oltre l’eredità del “colonialismo e del comunismo”.
Il presidente cubano Raul Castro ha annunciato che il ripristino delle relazioni diplomatiche tuttavia, “non vuol dire che il (problema) principale, l’embargo economico, sia stato risolto”, ha aggiunto in un discorso trasmesso dalla tv di stato. “Finisce un’epoca, mi auguro che questo nuovo inizio coincida con il protagonismo della società civile”. È quanto scrive su Twitter Yoani Sanchez, la blogger diventata il volto della dissidenza cubana al governo del presidente Raul Castro, dopo l’annuncio della liberazione del contractor Usa Alan Gross. La blogger ha ‘cinguettato’ che le campane delle chiese hanno suonato in tutta l’Avana, aggiungendo che si avverte “uno stato d’animo di celebrazione”. In precedenza, però, Sanchez ha descritto Gross, il cui rilascio è alla base del disgelo nelle relazioni tra Usa e Cuba, come “l’esca che finalmente è stata inghiottita” da parte degli Stati Uniti.