IL “POSTO” DEGLI ANZIANI AL CENTRO DELLA NONA FESTA DEI NONNI ITALO-SVIZZERA
“La violenza sugli anziani è disumana, come quella sui bambini…. Gli anziani che hanno fede sono come alberi che continuano a portare frutto… La vecchiaia, in modo particolare, è un tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci chiama a custodire e trasmettere la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad essere vicino a chi ha bisogno… Gli anziani, i nonni hanno una capacità di capire le situazioni più difficili: una grande capacità! E quando pregano per queste situazioni, la loro preghiera è forte, è potente!”. Con queste parole Papa Francesco ha festeggiato lo scorso settembre i nonni provenienti da ogni parte del mondo alcuni scappati dalle guerre e dalle persecuzioni. Altri, invece, hanno lasciato la loro terra di origine cinquanta o sessant’anni fa per trovare lavoro altrove, per esempio in Svizzera, che ora sta vivendo una nuova realtà quella degli emigrati che diventano anziani. Cosa significa quindi per i migranti diventare anziani in Svizzera? Il contesto di accoglienza è preparato per i nuovi gruppi di popolazione? Le istituzioni sanitarie sono pronte ad offrire reparti con adeguate infrastrutture? Per rispondere a queste domande, il 22 novembre scorso, presso il centro Papa Giovanni, si è svolta la Nona edizione della festa dei nonni nel corso della quale si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Anzianità ed emigrazione”. Alla tavola rotonda, moderata da Silvana Pisaturo, hanno preso parte: Lehmann Thomas, direttore dell’ufficio sociale e della salute di Emmen, Luzia Jurt, Fachhochschule Nordwestschweiz, Avni Binaku, presidente dei Second@s Plus Lucerna, Hans-Jörg Surber Direttore di case di cura a Berna, Franco Aufiero presidente della Commissione 3 Età.
Durante i lavori del convegno è emerso chiaramente che ancora oggi troppo poco viene fatto per i bisogni culturali della prima generazione di emigrati. Non è sufficiente che molti immigrati e sopratutto naturalizzati, lavorino nel campo sociale e della salute. Non ci sono solo barriere linguistiche e culturali. Troppo spesso questo personale ausiliario è messo a disposizione in modo troppo facile e veloce per assistere persone che non riescono ancora a comprendere e non ancora riescono a capire perché in Svizzera ci siano queste grandi istituzioni, in cui genitori e nonni vengono “sistemati”.
“Non sempre l’anziano, il nonno, la nonna, ha una famiglia che può accoglierlo. E allora ben vengano le case per gli anziani… purché siano veramente case, e non prigioni!”, aveva detto a settembre Papa Francesco ai nonni accorsi in piazza San Pietro. In linea con il suo pensiero, durante la Tavola Rotonda è stato affermato che tra venti anni nessuna persona vorrà andare in grandi istituzioni. Quindi bisogna far si che nelle attuali progetti di abitazione e di vita già esistenti ci sia posto per “progetti integrativi” per handicappati e per anziani. In Svizzera ce ne sono già di questi progetti, certo ancora pochi, ma in compenso sono esempi molto espressivi per il singolo cantone (soprattutto in cantoni dove si è lavorato con i primi migranti e i loro successori). Bisogna fare ancora di più e anche essere flessibili dentro le buone istituzioni svizzere, per creare possibilità che in una casa-ricovero ci si possa sentire “a casa”. Ciò che si richiede è la normalità e non struttura e management dell’assistenza o della terapia per 24 ore. Ci sono persone che hanno bisogno di un posto poiché nel loro ambiente usuale non va più.
Al termine della tavola rotonda tutti gli invitati hanno partecipato alla Santa Messa insieme alla Comunità Svizzera della parrocchia di Santa Maria. La serata è proseguita con la cena, un momento conviviale riflettere su quanto si debba ancora fare nell’ambito del sostegno agli anziani e per condividere anche momenti di cristiana solidarietà. La serata, presentata da Salvatore Arnisi, è stata allietata dalle gag del famoso comico milanese Enrico Beruschi, diventato noto al grande pubblico grazie alla nota trasmissione degli anni ’80 Drive In e dal cantante e cantautore Luca Napolitano divenuto famoso nel 2008 in seguito alla partecipazione all’ottava edizione di Amici di Maria De Filippi, classificandosi terzo.
Un ringraziamento particolare va rivolto a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione, a partire dalla Missione Cattolica di Lingua Italiana nel Canton Lucerna senza dimenticare Secondos-Plus, UNITRE, la società MIRAMARE s.r.l. SANREMO, Maréchaux Elektro AG Lucerna, Ristorante Al Fresco di Horw ( LU), la commissione e l’equipe dei cuochi. Appuntamento all’anno prossimo per la Decima edizione della Festa dei Nonni augurando a tutti Buone Feste!
Franco Aufiero