“Che tu sia il benvenuto!” ripeté Aurelio, riscuotendo Costantino dal torpore in cui l’aveva immerso il ricordo, per richiamarlo al presente.
“Ti ringrazio per questa accoglienza calorosa!” sorrise l’altro. “Tanto più che so bene quale rapporto hai con mio padre.”
“È così. L’amicizia che mi lega da anni a lui mi permette di estenderla anche a te. Considerami fin d’ora una persona su cui puoi contare per qualsiasi eventualità.”
“Ti credo. E vedo bene che ormai sul mio viaggio non incombe più nessun pericolo.”
“Certo. Altre sono purtroppo le tue attuali preoccupazioni, poiché, oltre ai Pitti e gli Scoti, dovrai presto confrontarti con una spiacevole realtà.”
“Non vedo l’ora di rivederlo. Ma dimmi: ti riferisci alle sue condizioni di salute?”
“Purtroppo sì; e in proposito non ho buone notizie da darti,” e l’espressione di Aurelio, prima serena e giovale, si coprì di una tristezza eloquente. “Il suo stato non è per niente rassicurante, e peggiora visibilmente giorno per giorno. È solo grazie alla sua tempra forte, oltre che al grande desiderio di riabbracciarti, se è ancora in vita. Senza questa prospettiva, si sarebbe probabilmente lasciato andare…
“Non riesco proprio a immaginarlo, il mio gigante di un giorno, come un uomo indebolito!”
“Già, è incredibile quanto il tempo e le circostanze ci divorino. Vero è che la notizia del tuo arrivo imminente sembra avergli restituito non poche energie. Ma non c’è da farsi illusioni. Speriamo almeno di giungere in tempo…”
“Devo dunque prepararmi al peggio?”
“Temo di sì. Ormai a lui resta poco da vivere. Ma almeno morrà con la soddisfazione di sapere che la tua carriera ha preso la direzione che sperava. E questo non gli sarà di poca consolazione nei suoi ultimi giorni.”
“Suppongo che i medici abbiano tentato tutto il possibile. E se dici così, significa che non c’è proprio nulla da fare?”
“No, nulla. Ma tuo padre lotta accanitamente, per questo temo che tuo arrivo segnerà al tempo stesso la sua gioia e la sua fine. Vederti gli sarà di sollevo. Ma dopo, credici, non opporrà più resistenza alla natura. Non ha più la forza per farlo. E questa è una tremenda pena per tutti coloro che lo conoscono, che gli sono stati vicini, e che hanno avuto l’onore e il privilegio di volergli bene.
“C’è stato dunque, nella sua rude vita di militare, anche posto per gli affetti comuni?”
“Eccome! Sappilo, Costantino: tuo padre, oltre a essere un grande politico e un grande condottiero, è stato un uomo magnanimo e giusto. Così possa trasmettere queste virtù ai suoi discendenti!”
“Grazie per queste parole, Aurelio. Per quanto io gli abbia voluto bene, e abbia guardato a lui come a un modello, credo comunque di avergli fatto qualche torto in questi anni. Il fatto che avesse abbandonato mia madre, per quanto ne abbia compreso la necessità, mi ha lasciato nei suoi riguardi qualche risentimento, che ho stentato a tenere a bada.”
“So bene che comprendere e sentire non vanno sempre d’accordo. Il cuore non si lascia facilmente guidare dalla ragione. Ma spero che tu oggi sia in grado di dominare quel risentimento.”
“Certo, lo sono. Ma non posso abolire il passato. Lo stesso vale per te. Anche se provai istintiva simpatia nei tuoi riguardi quando ti presentasti a Naissus come suo amico, a lungo non ho potuto dissociare la tua figura dalla tristezza di quella mattina. Non te ne ho voluto mai, credimi. Ma quel ricordo è per me uno dei più dolorosi.”
“Ti confesserò che anche su di me quell’incontro lasciò qualche traccia indelebile, anche se non puoi intuirne le ragioni. Ma di certo, dopo di allora, la mia vita prese una piega diversa. Poiché fu proprio da tua madre, a cui recavo quella brutta notizia, che ne ricevetti a mia volta una fatale per me, al punto che le mie idee, che pure col tempo avevano subito una naturale evoluzione, presero da quel giorno un corso impensato. Appena ritornato a Vindonissa, decisi di lasciare l’esercito, per ritirarmi a vita privata in Dalmazia, dove ero decisamente intenzionato a terminare i miei giorni in solitudine.”
“E poi, cosa ti ha fatto cambiare idea, se ti ritrovo qui in Britannia?”
“È buffo da dire: ma fu ancora tuo padre. Trascorsi in Dalmazia alcuni anni nella meditazione e nella stesura delle mie riflessioni, senza rimpiangere affatto il mio trascorso militare. E non sarei tornato qui, se non fosse stato tuo padre a richiamarmi.”
“In occasione della spedizione in Britannia? E perché mai”
“Quando Carausio cadde vittima di Alletto io ero ancora in Dalmazia. Ma proprio allora tuo padre, ormai ben deciso a salpare, volle avermi accanto a sé. Non credere che lasciare tua madre gli fosse stato facile. Il cesarato, il matrimonio con Teodora, la responsabilità con cui affrontava tutto ciò, l’avevano intimamente trasformato oltre ogni sua prevedibile supposizione. Benché contornato da una nuova famiglia, soprattutto dopo la sua scalata all’impero, tuo padre era essenzialmente un uomo solo. Pur essendo legato alla nuova sposa, e pur nutrendo affetto per i nuovi figli, soffriva in silenzio per la perdita di tua madre, e sentiva la tua mancanza…”
“Ma se era stato lui stesso ad affidarmi a Diocleziano! Chi gli avrebbe impedito, allora, di portarmi con sé in Britannia?”
“Il pensiero della tua incolumità. Tuo padre affrontò questa spedizione con un triste presentimento. Era ben deciso a riportare la Britannia nell’orbita dell’impero, ma più volte mi scrisse dei suoi timori che non sarebbe sopravvissuto a questa missione. Per questo, solo qui, richiese più volte la mia presenza. Sentiva il bisogno di comunicare con qualcuno che lo comprendesse e ne conoscesse l’intimo.”
“E voi, in Rezia, avevate stabilito un rapporto d’amicizia duraturo e forte, no?”
“Puoi ben dirlo. Le sue lettere mi crearono in effetti non pochi conflitti. Dopo il mio ritiro dall’esercito, credevo la mia vita si sarebbe svolta nella concentrazione e nello studio. Ma gli ero riconoscente di troppa affezione per restare sordo al suo richiamo. E quando incominciò a fare accenni sempre più preoccupati al suo stato di salute, capii che era mio compito raggiungerlo.”