Chi può decidere cosa è giusto e cosa non lo è? Dare quest’onere all’uomo è un grande fardello e un privilegio allo stesso tempo, che ai magistrati è garantito grazie all’autorità a loro conferita. Questo non significa però che i magistrati siano infallibili (casi di sentenze errate ce ne sono a bizzeffe). Ovviamente ci sono anche innumerevoli casi in cui la giustizia ha seguito il suo giusto corso ma che, proprio per questo, non fanno testo, così come non fanno clamore tutte quelle sentenze, giuste e ingiuste, di persone non note al popolo che si consumano all’interno delle discrete mura delle aule processuali senza che nessuno ne sappia niente, semplicemente perché il protagonista di turno, l’indiziato, è una persona comune. In questi giorni si è tornati a parlare del caso Corona, l’ex re dei paparazzi italiani, che per i diversi reati di cui si è macchiato in passato, tra cui estorsione, associazione a delinquere, spaccio di denaro falso, sta scontando una lunga pena di 14 anni. Il 28 gennaio, infatti, l’ex paparazzo si è visto allungare la pena da 9 a 14 anni, dopo che la Corte di Cassazione di Roma ha annullato lo sconto di pena, concesso a Corona lo scorso febbraio, e nonostante la richiesta a gran voce da parte del detenuto di poter scontare il resto della pena ai domiciliari o in comunità.
Corona ha indubbiamente ricevuto una giusta pena e una giusta condanna, ma è altrettanto vero che sta ricevendo un trattamento diverso da tanti altri detenuti che, al contrario di lui, riescono a godere di benefici. Tra tutti fa scalpore la vicenda di Luigi Chiatti, meglio noto come il “mostro di Foligno”, che nel ’94 seviziò e uccise due bambini di 5 e 13 anni. Chiatti fu condannato a 30 anni, ma tra benefici e indulti sarà fuori il prossimo settembre. Cosa assolutamente discutibile e incredibilmente possibile, soprattutto considerando il fatto che lo stesso detenuto confessò a una guardia carceraria: “Non fatemi uscire altrimenti colpirò ancora”. Qui siamo chiaramente di fronte a decisioni sbagliate. Un uomo del genere, se uomo si può definire, non merita assolutamente uno sconto di pena di addirittura 9 anni! Inevitabilmente cominciano i paragoni tra il caso Corona e il caso Chiatti, il giusto e l’ingiusto. Corona ha alle spalle tutta una serie di reati per i quali è giusto che paghi, ma perché Chiatti, che ha morti alle spalle, non paga il giusto della pena?
Questo è ingiusto. Innanzitutto è sbagliato mettere a confronto i due casi: si tratta di casi giudiziari totalmente diversi e imparagonabili. E non si può far giustizia vera per Corona prendendo spunto da una sentenza ingiusta, il caso Chiatti appunto. Non è certo diminuendo la pena a Corona che la decisione sul caso Chiatti diventa meno ingiusta! Bisognerebbe invece prendere a paragone casi analoghi a quello di Corona, ma della maggior parte di essi non se ne sa nulla, perché non tutti sono Fabrizio Corona. L’ex paparazzo, che del gossip si nutriva, non ha perso il vizio di far chiacchierare di sé, così, in prossimità della sentenza, ha rialzato il polverone attorno al suo caso, anche grazie all’accesso facilitato ai mezzi televisivi e mediatici, con la speranza di vedere accolta la sua richiesta di un addolcimento della pena. Forse il tentativo sarebbe andato a buon fine per una persona qualunque ma per l’arrogante e spocchioso Corona, che sicuramente ha pestato i piedi di qualcuno troppo grosso, la cosa non funziona più. Se avesse fatto il suo percorso carcerario in silenzio, recitando la parte del bravo ragazzo, seriamente pentito, senza i soliti clamori e senza troppa pubblicità, magari da un giorno all’altro ce lo saremmo trovato fuori, lui insieme a tutti gli altri! A Corona non resta che aspettare la perizia psichiatrica, prevista per l’11 febbraio, e soltanto successivamente il tribunale si pronuncerà sulle sue sorti. E questa volta si spera che attenda in silenzio!