Uno studio americano utilizza le cellule staminali per risolvere il fastidioso problema della calvizie!
Ad una notizia del genere potrebbero drizzarvi i capelli….almeno quelli che vi sono rimasti! Perché pare che la sperimentazione sui topi abbia portato ottimi risultati. Così si riaccendono le speranze per tutti quegli uomini che giorno dopo giorno vedono allontanarsi, capello dopo capello, la possibilità di poter avere una folta chioma alla Brad Pitt di Troy, Collin Farrell di Alexander e Johnny Depp di Chocolat. Ok, forse sono esempi un po’ esagerati, ama loro, di certo, non avevano problemi di caduta di capelli. Le speranze vengono riaccese da uno studio eseguito da un gruppo di ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute di Orlando, negli Stati Uniti, e pubblicato sulla rivista Plos One. Lo studio ha dimostrato che è stato possibile far ricrescere i capelli nuovi sui topi dopo aver utilizzato cellule staminali umane. La svolta è stata quella di esser riusciti a trasformare le cellule staminali in cellule della papilla dermica, che sono vitali per la formazione del follicolo. Le cellule della papilla dermica formano due strati di pelle e grazie a esse si formano i follicoli piliferi. La perdita di capelli si verifica quando queste cellule non funzionano più. Le cause che scatenano questo processo di perdita progressiva dei capelli può essere di varia natura, di tipo genetico, di tipo ambientale, ma anche emotivo (nervosismo e ansia). Come ben sappiamo colpisce soprattutto gli uomini, ma c’è anche una piccolissima fetta di donne che ha questo problema e pare che il numero stia crescendo.
Sono anni che la scienze e la ricerca si occupa di questo studio per trovare rimedio a questo problema che non è solo estetico, ma comporta anche gravi problemi relazionali di chi ne soffre che sente venir meno la sicurezza in sé. Tutti questi studi hanno portato rimedi per ridurre il danno, come shampoo e lozioni che possono ritardare la caduta, oppure trapianti di capelli laddove la perdita è troppo evidente. Ma fino adesso nulla aveva risolto il problema riuscendo a trovare il metodo per riattivare la crescita spontanea dei capelli, tutto grazie alle cellule staminali. Nel loro metodo le cellule staminali umane sono state coltivate in laboratorio per poi trapiantare nel cuoio capelluto le ‘fabbriche’ dei capelli, ovvero le strutture che stimolano la formazione dei bulbi piliferi.
“Abbiamo sviluppato una procedura che utilizza le cellule staminali pluripotenti umane per creare nuove cellule in grado di avviare la crescita dei capelli. È un netto miglioramento rispetto alle contromisure attuali che si basano sul trapianto di follicoli piliferi preesistenti. Il nostro metodo con le staminali fornisce una fonte illimitata di cellule disponibili per l’innesto, peraltro non limitata dalla disponibilità di follicoli piliferi” spiega il professor Alexey Terskikh, autore dello studio. Le cellule della papilla dermica, infatti, al di fuori del corpo non è più in grado di stimolare la crescita dei capelli, con l’utilizzo delle cellule staminali, invece, questo problema è stato risolto, tanto che in fase di sperimentazione durante la quale sono riusciti a far crescere dei capelli sul piede di un topo adulto, si è ottenuto un buon esito e Alexey Terskikh, che ha guidato lo studio del Sanford-Burnham, ipotizza delle buone possibilità di riuscita sugli uomini. “Il nostro metodo a base di cellule staminali – ha detto Terskikh – offre una fonte illimitata di cellule per il trapianto e non è limitata dalla disponibilità di follicoli piliferi presenti. Il nostro prossimo passo è di trapiantare le cellule della papilla dermica umana derivata da cellule staminali pluripotenti in esseri umani”.
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Cellule Staminali:
Sono primitive, non specializzate, dotate della capacità di trasformarsi in diversi altri tipi di cellule del corpo attraverso un processo denominato differenziamento cellulare. Sono oggetto di studio da parte dei ricercatori per curare determinate malattie, sfruttando la loro duttilità. Possono essere prelevate da cordone ombelicale, sacco amniotico, sangue, midollo osseo, placenta e i tessuti adiposi.
Altri studi sul problema della caduta dei capelli: La pillola anticalvizie
Un altro studio, eseguito questa volta dall’equipe di ricercatori della Columbia University Medical Center e pubblicato sulla rivista Nature Medicine ha rivelato ottimi risultati su un farmaco, una pillola detta anti-calvizie. Il farmaco si chiama ‘ruxolitinib’ e un primo studio pilota su alcun pazienti che nel giro di 4-5 mesi di terapia i pazienti trattati hanno visto la loro ricrescere completamente i loro capelli. Il farmaco, approvato dall’organo regolatore statunitense FDA, sarebbe in grado di far ricrescere i capelli a persone colpite da ‘alopecia areata’, una diffusa malattia equamente distribuita in entrambi i sessi caratterizzata dalla perdita di capelli parziale o totale. Pur essendo considerato dagli esperti Usa un grande successo clinico, il dermatologo Fabio Rinaldi, presidente dell’International Hair Research Foundation e docente alla Sorbona di Parigi frena gli entusiasmi poiché il farmaco “al momento è troppo aggressivo e pericoloso per curare l’alopecia areata” spiega il medico. I rischi sarebbero molteplici “Presenta infatti rischi di effetti collaterali per il fegato e i reni, può provocare un abbassamento delle piastrine e dare problemi al midollo per la produzione dei globuli rossi e bianchi”. Infine il professore ha anche specificato che “la sperimentazione, condotta su 3 soli pazienti, non è assolutamente sufficiente per dichiarare il successo della pillola. Inoltre i loro capelli sono ricresciuti in 4-5 mesi di terapia, e in questo lasso di tempo potevano guarire anche da soli, quindi non vuol dire niente”.