Il Ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi si è dimesso dal suo incarico. La decisione è giunta a seguito del coinvolgimento dell’ex ministro nell’inchiesta sulle tangenti per le Grandi Opere. Così venerdì 20 marzo Lupi ha consegnato le dimissioni dal suo incarico governativo ma “a testa alta, guardandovi negli occhi”. “Per due volte – ha detto Lupi – sono stato vice presidente di questa Aula. Il Parlamento è il luogo del consenso della sovranità del popolo, il luogo del potere, da qui emana la fiducia per il mio ministero, è il luogo della responsabilità ed è mio dovere rendere conto dell’esercizio del potere a me affidato. Quindi sono pronto a rispondere di ciò che ho fatto in questi 22 mesi da quando ho giurato prima volta da ministro”. Lupi ha anche voluto puntualizzare alcuni dettagli sulle accuse che lo hanno riguardato: “Non ho mai fatto pressione per procurare un lavoro a mio figlio”, ha assicurato Lupi. “In una intercettazione strumentalizzata chiedo ad Incalza di vedere mio figlio – ha spiegato – ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi padre e cioè di presentare al proprio figlio una persona di esperienza”. “I Perotti conoscono mio figlio sin da piccolo – ha sottolineato – ben prima che io diventassi ministro”. Infine, riferendosi ai colleghi Lupi ha concluso il suo intervento: “Vi auguro, cari deputati, in questi giorni di demagogia a brandelli di non trovarvi mai dentro bolle mediatiche difficili da scoppiare e di non aver mai qualcuno che entri nella vostra famiglia e intimità”.
Lunedì stesso Renzi ha incontrato al Colle il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella per un faccia a faccia dopo le dimissioni del ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Il presidente del Consiglio ha chiesto al capo dello Stato di assumere un breve interim per valutare al meglio la scelta del prossimo ministro. Il premier sembra essere determinato a piazzare un politico, scelto all’interno della cerchia a lui più vicina e tra i più accreditati figura il nome dell’attuale Sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio. Qualora la scelta cadesse su Delrio, anche se al momento la situazione non è ancora difinibile, sarebbe necessario risolvere la questione legata alle deleghe del Sottosegretario, in particolare quelle relative alla gestione dei fondi europei. Fra gli altri nomi sui cui si ragiona restano quello della vicesegretaria del Pd Deborah Serracchiani, attuale Governatrice del Friuli e il superconsulente Andrea Guerra. Polemiche all’interno di NCD, ma a placare le polemiche è Alfano che mette in chiaro soprattutto il fatto che il partito non lascerà il governo: “Il presidente del Consiglio non ha mai chiesto le dimissioni del ministro Lupi – spiega Alfano -, che spontaneamente ha deciso di dimettersi. Noi non chiederemo le dimissioni dei sottosegretari”. Tuttavia “mi pare evidente – sottolinea – che la pubblicazione di intercettazioni può creare una bolla mediatica da cui diventa difficilissimo uscire. Occorre quindi accelerare su quella legge di riforma del processo penale, che prevede al suo interno la riforma delle intercettazioni, che il governo ha approvato a suo tempo e che ora pende alla Camera”.
“Noi di Ncd siamo determinanti in questo governo e rimaniamo per fare le cose che pensiamo. Responsabilità civile per i magistrati, modifica dell’articolo 18, bonus per le neo-mamme sono cose di centrodestra fatte da noi in questo governo. Finché faremo queste cose”, resteremo nell’esecutivo, ha aggiunto Alfano.