Il Consiglio nazionale approva la Legge sul Servizio informazioni (LSI) che prevede un procedimento di autorizzazione per la sorveglianza preventiva
Il ministro della difesa, Ueli Maurer ha spiegato ai contrari alla LSI che “la legge ha regolato la custodia e l’amministrazione dei dati, così da evitare la riedizione di un nuovo ‘scandalo delle schedature’ come all’inizio degli anni 90’”. Il Consiglio nazionale ha seguito le indicazioni della commissione e del Consiglio federale e ha approvato la Legge sul Servizio informazioni con 119 voti contro 65 e 5 astenuti. La nuova legge permette ai servizi segreti, dopo avere ottenuto le autorizzazioni del caso, di sorvegliare preventivamente la posta elettronica, i computer, le telefonate in luoghi privati in casi sospetti di terrorismo o spionaggio. Essa vieta invece di usare questi metodi per combattere l’estremismo in relazione alla Svizzera.
Secondo la maggioranza dei deputati (formata dal centro-destra), la LSI risponde proporzionalmente alle nuove minacce di terrorismo o di criminalità su Internet. L’obiettivo è di prevenire degli attacchi terroristici e non di spiare i cittadini. Il pericolo terrorismo è alto ed è aumentato: senza sicurezza non c’è libertà è stato il tenore dei deputati borghesi. Il ministro Maurer aveva fatto appello al Nazionale di approvare la legge: “Essa interviene lì dove la sicurezza del paese è minacciata”. Il Nazionale ha seguito il governo in quasi tutti i punti. Il servizio di informazioni potrà agire anche in “situazioni speciali” che vanno oltre il reale compito di protezione dello Stato e ha esteso i poteri d’indagine anche alla piazza economica e finanziaria elvetica.
La legge è stata respinta dal PS e dai Verdi (i soli contrari prima del voto), appoggiati dai Verdi liberali (PVL). In un primo momento i socialisti erano disposti alla discussione, ma sono rimasti delusi per non avere ottenuto le modifiche per limitare l’intrusione nella sfera privata, perché temevano una sorveglianza globale dei cittadini da parte del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Le loro proposte sono state tutte respinte e i deputati del PS sono passati dall’altra parte. “Volevamo restringere le competenze del servizio d’informazione e rinforzare la trasparenza democratica, ma i borghesi non ne hanno voluto sapere”, ha spiegato il voto contrario la deputata socialista Edith Graf-Fischer. I più critici alla LSI si sono dimostrati i Verdi. Daniel Vischer, deputato zurighese ha osservato che “la libertà è un bene”, mentre la legge permette azioni preventive del SIC, anche contro persone sulle quali non ci sono sospetti per un atto punibile. Critiche sono state rivolte anche all’affermazione di Maurer, che ha dichiarato che le operazioni riguarderebbero una dozzina di casi l’anno. Secondo Vischer sarà invece necessario sorvegliare centinaia di persone per ottenere risultati concreti.
Il dossier ora passa al Consiglio degli stati. Se la camera alta del parlamento dovesse approvare il testo così com’è e non venire incontro al PS e ai Verdi che chiedono cambiamenti riguardo la sfera pubblica, i Giovani socialisti e i Verdi lanceranno il referendum.