Le Nazioni Unite a Ginevra istituiscono la carica di relatore speciale sul diritto alla sfera privata
Si è chiuso lo scorso venerdì, dopo quattro settimane, la sessione primaverile del Consiglio dei diritti dell’uomo inaugurata il 2 marzo 2015 con la partecipazione del consigliere federale Didier Burkhalter in rappresentanza del Paese ospite. Il Consiglio dei diritti dell’uomo ha approvato il mandato per un relatore speciale sul diritto alla sfera privata e, per la prima volta, anche una risoluzione in materia di droghe e protezione dei diritti umani, due novità che hanno visto la Svizzera collaborare in prima linea.
Nell’era della comunicazione digitale, la protezione della sfera privata è oggetto di dibattito, dall’autunno 2013, in seno agli organi delle Nazioni Unite che si occupano di diritti umani a New York e a Ginevra. Al termine della sessione il Consiglio dei diritti umani ha creato il mandato per un relatore speciale sul diritto alla sfera privata, che sarà chiamato ad analizzare le sfide relative alla protezione della sfera privata, con particolare riferimento alla rapida evoluzione della tecnologia e alle nuove possibilità di sorveglianza delle comunicazioni private. La Svizzera ha contribuito fin dall’inizio alla configurazione di questo processo chiedendo l’istituzione di un relatore speciale. Tre anni fa aveva proposto, insieme ad altri, il conferimento del mandato a un esperto indipendente per la verifica degli impegni riguardanti i diritti umani in relazione alle questioni ambientali, oggi accoglie quindi favorevolmente la proroga del mandato di altri tre anni.
Un’altra novità adottata dal Consiglio dei diritti dell’uomo è la risoluzione in materia di droghe e diritti dell’uomo nata anche su iniziativa della Svizzera. Questa risoluzione conferisce, tra l’altro, all’Alto commissario dell’ONU per i diritti dell’uomo l’incarico di redigere uno studio di base concernente le ripercussioni negative del problema delle droghe sull’attuazione dei diritti dell’uomo. Questa tematica sta acquistando sempre maggiore importanza in seno alle Nazioni Unite e nel 2016 le sarà dedicata una sessione speciale dell’Assemblea generale. Per la Svizzera è importante che vengano affrontati gli aspetti concernenti i diritti dell’uomo.
Nel corso di questa sessione si è discusso molto delle sfide riguardanti l’aggravarsi delle attività terroristiche in tutto il mondo. Nell’ottica dei diritti dell’uomo il fenomeno è estremamente problematico sotto un duplice aspetto: da un lato i gruppi terroristici attivi in particolare nel Vicino Oriente e in Nord Africa commettono atrocità che vanno contro il diritto internazionale umanitario e disprezzano i diritti dell’uomo; dall’altro numerosi Stati affrontano la lotta contro il terrorismo violando gli impegni internazionali. In occasione dell’apertura della sessione, il consigliere federale Didier Burkhalter aveva peraltro sottolineato che il terrorismo può essere debellato soltanto rispettando i diritti dell’uomo e il diritto internazionale umanitario.
L’impegno contro l’impunità è una costante della politica ONU della Svizzera. Durante la sessione di marzo del Consiglio dei diritti dell’uomo è stato pubblicato un manuale destinato ai membri delle Commissioni d’inchiesta. Nel corso degli ultimi anni il Consiglio ha creato sempre più spesso commissioni di esperti per documentare le violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario. Documentare accuratamente i crimini è il primo passo per poter perseguire penalmente i responsabili. La scorsa settimana le Commissioni d’inchiesta che seguono la situazione in Siria ed Eritrea hanno presentato al Consiglio dei diritti dell’uomo le loro ultime risultanze. La Svizzera sostiene queste commissioni ed è favorevole al rafforzamento del ruolo della Corte penale internazionale trattamento giuridico dei crimini internazionali.
DFAE