Contrariamente a quanto si sia indotti a credere, la sessualità, agli inizi della comparsa del genere umano, sin dal periodo paleolitico, non era sfrenata, violenta, brutale, completamente libera. Ma si basava, essenzialmente, sull’esternazione di sentimenti di tenerezza e di affetto scambievole. Lo testimoniano il ritrovamento di bassorilievi e reperti archeologici dove il rapporto sessuale viene rappresentato da figure di uomini e donne delicatamente accoppiate. Le congiunzioni carnali non erano neppure frequenti in quanto nell’età della pietra i primi abitatori della terra, quelli che camminavano già eretti, erano costretti a coprirsi continuamente per proteggersi dai rigori del freddo e raramente si vedevano nudi. Una antichissima incisione mostra l’Adamo dei primordi con le mani sollevate in alto, che si rivolge ad una Eva sovrastante e verso la quale manifesta un atteggiamento di pura adorazione. Altroché maschilismo, sopraffazione e discriminazione femminile! Il culto della figura muliebre assumeva caratteri magici e religiosi e molto spesso, essendo collocata vicino ad un focolare, indicava il valore di tutela della casa, oltre l’augurio di una prosperità esaltata, nondimeno, dall’importanza degli attributi sessuali. Ma la fertilità si coniuga con il sesso soltanto dopo l’epoca della grande glaciazione, quando l’uomo esce dalle caverne per dedicarsi alla caccia e alla coltivazione della terra, si rende conto della necessità della procreazione e comincia a studiare i cicli naturali e della luna. Addirittura riesce ad inventare le regole elementari per decidere quando avere figli. La donna, anche in seguito all’introduzione dell’agricoltura, assume un ruolo sempre più prominente nella vita della comunità. Abbiamo detto che i rapporti sessuali erano retti da principi di rispetto e di amorevolezza. Ma non ciò non escludeva la promiscuità. Le coppie si univano liberamente e vivevano nel gruppo sino a quando l’indipendenza economica permettava la formazione di nuclei familiari.
Il predominio del maschio sulla femmina avvenne molto più tardi e ancora oggi, purtroppo, ne paghiamo le nefande conseguenze.
Per arrivare ad uan regolarizzazione delle relazioni intime bisogna aspettare il secolo della Riforma e sembra che lo stesso Lutero non rinunciasse al piacere della lussuria anche in età molto avanzata. Si attribuisce a lui questa raccomandazione rivolta agli sposi: « due volte alla settimana è un diritto della donna, non nuoce né a me né a te e fa cento e quattro volte all’anno».Purtroppo oggi lo stress della vita moderna, le difficoltà economiche, gli egoismi, la scelta di piaceri effimeri, mondani, di beni materiali che esulano dalla gioia dello spirito, il prevalere di forme dell’avere sull’essere, la facilità con cui i giovani arrivano al coito, rendendolo un atto quasi meccanico, svuotandolo delle trepidazioni che accompagnano le fasi del corteggaiamento, delle delizie più raffinate, non fanno più apprezzare, ad un numero sempre maggiore di coppie, il fascino, la bellezza celestiale, la poesia, la voluttà erotica dell’unione fisica di un uomo con una donna.
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