Il 19 marzo è stata la festa del papà e la SAIG ha deciso di celebrare una figura tanto importante invitando gli anziani del quartiere ed offrendo loro un sontuoso pranzo. Continua senza sosta l’attività verso il sociale della SAIG e dal suo coordinatore. verso quello che sta pian piano diventando un evento mensile e di pura assistenza verso le fasce piè deboli e sole: gli anziani.
Gli invitati speciali, hanno gustato, è proprio il caso dirlo un pasto tutto italiano preparato appositamente dalla Chef Francesca Cannone. Accolti con largo anticipo dai collaboratori della SAIG, Athon Lo Coco, Fabrizio Auteri, Antonio Vaccaro, una ventina di signore e signori della terza età sono andati a prendersi il loro consueto posto nella sala polivalente della SAIG apparecchiata a festa per l’occasione. Antipasto di insalata con tortino salato, penne al sugo, verdure e salsiccia del buon vino (tanto) e una prelibata colomba pasquale, sono stati assaporati con tanto pregio e soddisfazione dai convenuti eccellenti. Sono sembrati tutti molto soddisfatti dalla proposta culinaria e dal servizio. I volontari SAIG si sono dati da fare per far sentire a loro agio questi illustri ospiti I giovani hanno fatto da chaperon dell’evento, hanno tenuto compagnia e rallegrato il pranzo con proverbiale simpatia.
Il progetto, come più volte annunciato, scaturisce da una iniziativa comune della SAIG e l’Unità d’Azione Comunitaria dei quartieri “Servette St Jean- Petit Saconnex”, (UAC) della Città di Ginevra. L’intento specifico dell’UAC, in questa attività, è quello di diversificare i punti di contatto con la popolazione per consentire agli anziani di ricreare, laddove possibile, un nuova socialità nel loro quartiere. L’auspicio è ovviamente quello di una continuità del progetto ed anche una crescita dello stesso. Con questa attività, la SAIG intende ringraziare e dare affetto alle nostre memorie storiche ricordando ancora una volta il sacrificio dei nostri immigrati e le generazioni ginevrine passate che hanno dato prova di solidarietà nell’integrare i nostri connazionali.
Carmelo Vaccaro