Castro: “tutti hanno un debito con noi, tranne il presidente Obama”
Nuovo storico passo avanti verso il disgelo tra Cuba e Stati Uniti al Summit delle Americhe a Panama City: dopo la storica stretta di mano i due leader hanno preso la parola nel corso della plenaria del vertice, confermando la direzione intrapresa verso la normalizzazione delle relazioni. Gli Stati Uniti “non saranno prigionieri del passato” nelle relazioni con Cuba e con gli altri paesi della regione, ha dichiarato Barack Obama. “Gli Stati Uniti guardano al futuro”, ha aggiunto. Obama ha poi definito “un momento storico” il Summit, a cui partecipano 35 paesi americani compresa per la prima volta Cuba. E, ricordando come il disgelo tra Washington e l’Avana sia positivo per tutta la regione, il presidente americano ha espresso la convinzione che se continua il dialogo bilaterale avviato tra i due Paesi si avranno progressi, nonostante “le differenze”.
“La Guerra Fredda è finita già da tempo, non sono interessato a dispute iniziate prima che io nascessi”, ha poi affermato parlando della svolta nelle relazioni con Cuba. Una “svolta” che, ha sottolineato, “rende più profondo” l’impegno degli Stati Uniti con tutta la regione. Un impegno che Washington intende portare avanti “per risolvere i problemi” lavorando e collaborando con tutti i Paesi, ha detto ancora Obama replicando al presidente dell’Ecuador, Rafael Correa, che nel suo intervento nella sessione plenaria aveva accusato gli Stati Uniti di “continuare con gli interventi illegali” in America Latina.
“Era ora che io potessi prendere la parola qui a nome di Cuba”, ha affermato Raul Castro all’inizio del primo discorso di un presidente cubano di fronte al Summit delle Americhe. “Mi hanno detto che potevo parlare per otto minuti, ma visto che mi devono sei vertici, facciamo otto per sei, 48”, ha aggiunto tra le risate dei presenti, compreso Barack Obama. Barack Obama è “un uomo onesto”, ha poi affermato. L’attuale presidente Usa, ha detto Castro, “non ha alcuna responsabilità” per la lunga situazione di conflitto tra Cuba e Stati Uniti, come invece hanno i “dieci precedenti” presidenti degli Stati Uniti. “Tutti hanno un debito con noi, tranne il presidente Obama”, ha sottolineato il leader cubano. Castro ha anche lodato “la coraggiosa decisione” di Obama di impegnarsi con il Congresso Usa “per mettere fine all’embargo” nei confronti di Cuba.
Anche se la piena normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba sarà graduale e potrà richiedere anni, la nuova fase nella diplomazia dei due Paesi può essere rapidamente portata avanti dai due presidenti. Secondo quanto rileva il Washington Post, il ‘blocco’ principale è la presenza di Cuba nella lista compilata dagli Usa sui Paesi sostenitori del terrorismo.
Il dipartimento di Stato avrebbe consigliato ad Obama di rimuovere Cuba dalla lista già da questa settimana. E un annuncio potrebbe arrivare oggi, si legge sul quotidiano americano. Dopo la decisione di Obama dovranno passare 45 giorni prima che la ‘rimozione’ diventi effettiva. Funzionari americani ritengono quindi che l’Avana aspetti che la misura diventi ufficiale prima di andare avanti con la riapertura delle ambasciate.
“La presenza qui, oggi, del presidente cubano Raul Castro incarna un desiderio espresso da molti nella regione”, ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon. È la prima volta che Cuba partecipa al meeting dei Paesi della regione.
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