Morte da asfissia di ossido di carbonio: questo è il primo risultato a cui è giunta l’autopsia svolta sul corpo di Brenda, la transessuale brasiliana coinvolta nel caso Marrazzo e trovata morta venerdì mattina 20 novembre nel suo appartamento di via Due Ponti, a Roma.
L’esame autoptico, effettuato da un pool di quattro medici, conferma in prima battuta che ad uccidere Brenda siano state le esalazioni del fumo sprigionate dall’incendio scoppiato nel suo appartamento. La tac ha anche escluso la presenza di lesioni sul corpo di Brenda. Si tratta di un primo tassello in una vicenda dai molti lati ancora poco chiari.
Gli esperti del policlinico Gemelli dovranno ora sottoporre la salma ad ulteriori esami, in primo luogo quello tossicologico. Brenda, infatti, nelle ultime settimane, aveva cominciato ad assumere con regolarità massicci quantitativi di Minas, un tranquillante.
Alcune scatole del medicinale sono state rinvenute nel corso di un lungo sopralluogo all’interno del suo appartamento, parzialmente annerito dal fumo, effettuato dagli uomini della squadra mobile e dagli esperti della polizia scientifica.
Gli inquirenti hanno passato al setaccio l’appartamento: una zona risulta semidistrutta dalle fiamme. Per terra ancora gli stivali anneriti dal fuoco e un letto quasi completamente mangiato dalle fiamme.
Gli inquirenti ribadiscono che si tratta di una scena del crimine “ambigua e complessa” a cominciare dalla valigia, da cui sarebbero partite le fiamme, che è posta a pochi centimetri dalla porta di ingresso che i vigili del fuoco hanno dovuto sfondare perché chiusa dall’interno.
Gli investigatori, inoltre, starebbero cercando un secondo cellulare appartenuto a Brenda che l’8 novembre scorso fu rapinata di un altro telefono portatile in una circostanza poco chiara.
Spetterà ai tecnici della questura invece tentare di recuperare i file presenti nel personal computer trovato immerso nell’acqua del lavabo. Secondo quanto si apprende, l’acqua non rappresenterebbe un elemento distruttivo per il materiale del pc per cui si spera di poter recuperare tutto il materiale al suo interno.
Le amiche di Brenda e la vasta comunità di transessuali che vive in via Due Ponti, hanno ribadito che lei, dopo lo scandalo che ha travolto l’ex presidente della Regione, Piero Marrazzo, stava male psicologicamente e aveva paura. “Non so niente di video, al massimo poteva avere delle fotografie che però ha buttato”, ha raccontato China, l’amica e vicina di casa di Brenda. La transessuale ha confermato che Brenda negli ultimi tempi “beveva molto e prendeva medicine per dormire. Ecco perché penso ad un incidente e non che sia stata uccisa”.
Intanto è giallo su alcuni commenti che proprio Piero Marrazzo avrebbe fatto a mezzo stampa sulla morte di Brenda: commenti pubblicati da alcuni quotidiani ma mai espressi dall’ex presidente della Regione Lazio, secondo quanto afferma Luca Petrucci, legale di Marrazzo. “Leggo – ha detto Petrucci – presunte dichiarazioni di Marrazzo o di suoi ipotetici amici sulla tragica scomparsa di Brenda.
Tali dichiarazioni, alcune addirittura virgolettate e con citazioni di sms, sono false dalla prima all’ultima parola in quanto Marrazzo, pure informato dalla moglie su quanto accaduto, non ha incontrato o parlato con nessuno di questa tragica vicenda”.
“Ho ricevuto mandato – conclude l’avvocato Petrucci – di procedere in tutte le sedi giudiziarie e disciplinari per mettere fine a questo scorretto e diffamatorio modo di fare informazione in violazione dei più elementari principi di rispetto delle persone e di tutela della privacy”.
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