Scudetto arrivato con quattro giornate d’anticipo, la Roma torna seconda, il Napoli rientra in corsa, in B il Parma
È strameritato, senza ombra di dubbio. La Juventus di Massimiliano Allegri conquista il 31° scudetto della storia, il 4° consecutivo. Quattro scudetti cuciti sul petto sono la testimonianza che il progetto iniziato da Andrea Agnelli funziona. Un grande merito quest’anno va attribuito all’allenatore Allegri, arrivato a Torino tra dubbi e scetticismo dopo l’addio dell’amato Conte. Il tecnico ha capito di avere la squadra più forte e di non doverla rivoluzionare più di tanto. Con calma, ha cercato di tenere alta la mentalità vincente e ha apportato le sue idee tattiche, reintroducendo la difesa a quattro, affinando le posizioni di giocatori chiave e non ha tralasciato concetti di contropiede quando le partite lo richiedevano. Allegri è stato intelligente a ottenere la dedizione alle sue idee senza urlare, dando responsabilità ai giocatori (dalle forti personalità), che si sono trovati quasi sempre pronti. Merito va anche ai giocatori che non hanno smesso di avere fame di successi. I giocatori hanno sposato da subito i metodi di Allegri e sono stati bravi a rinnovarsi nelle motivazioni e nel gioco, respingendo al mittente i pregiudizi su un appagamento della squadra dopo i successi con Conte. In questa stagione si potrebbe arrivare anche al “triplete”, poiché la Juventus è in finale di Coppa Italia e in semifinale di Champions League. Il merito è anche della società con dirigenti di primissimo ordine, che hanno avviato un progetto con investimenti mirati e con autentici affari. Da Pirlo a Pogba, Vidal e Tevez, fino agli acquisti della scorsa estate con Morata e Pereyra capaci di fare la differenza. Un progetto diventato realtà e che riserverà di certo altri successi. Complimenti a una società che è stata capace di costruire una squadra vincente senza strafare, grazie anche alla sincronia che regna tra gli uomini della dirigenza.
Chiuso il discorso scudetto, il campionato dovrà dare risposte sui posti da conquistare in Europa e sulle due squadre che accompagneranno il Parma in B. Nella lotta per la Champions è stato un turno sfavorevole per la Lazio (1-1) fermata dall’Atalanta in cerca di punti salvezza. Il giusto pari di Bergamo è un mezzo passo falso della Lazio. Per un’ora l’Atalanta gioca tatticamente alla perfezione e se non fosse per il portiere Marchetti avrebbe potuto centrare anche la vittoria. È stata brava a reagire la Lazio dopo essere restata in partita, creando diverse occasioni e riuscendo a pareggiare con Parolo. Il punto fa felice l’Atalanta e complica la rincorsa Champions alla Lazio. Ne approfitta la Roma (2-0) che si riprende il 2° posto battendo in casa il Genoa con le reti di Doumbia e Florenzi. I giallorossi sembrano usciti dal momento difficile ritrovando continuità nei risultati. Una vittoria per il morale e anche se non è la migliore Roma, fa riconquistare fiducia in vista del finale di campionato, che sarà certamente di fuoco con il derby alla penultima giornata e Napoli-Lazio all’ultima. Il Genoa non ha mollato fino all’ultimo ed è arrivato vicino al pareggio, ma nonostante la sconfitta resta ancora in corsa per il 5° posto insieme alla Sampdoria (sconfitta dalla Juventus in casa). Si risveglia il Napoli (3-0) che dopo lo scivolone di Empoli, torna in corsa Champions avvicinando il 3° posto della Lazio a -4. La squadra di Benitez ha dominato (in superiorità numerica per tutta la partita) un Milan ormai allo sbando. Ci sono voluti 70’ per sbloccare la gara, ma dopo il gol di Hamsik i rossoneri sono crollati. Ora la squadra di Benitez potrà preparare al meglio la semifinale di andata di Europa League contro gli ucraini del Dnipro. Il Milan non c’è più e finirà la stagione più brutta dell’era Berlusconi con Inzaghi in panchina, quest’ultimo incapace di creare una squadra con un’anima. La sua avventura è stata fallimentare.
Per le posizioni da Europa League al 5° posto ritorna la Fiorentina (3-1) battendo il Cesena, condannandolo presumibilmente alla retrocessione. Dopo quattro sconfitte i viola ritrovano il sorriso e la giusta calma per andare a Siviglia concentrati. Partita a senso unico e il risultato (che poteva essere più ampio) non fa una grinza. Il Cesena si arrende alla superiorità tecnica della Fiorentina e ha un piede in Serie B. L’Inter (0-0) di Mancini non riesce a lottare nemmeno per il 5° posto e per rifondare sarà bene che i nerazzurri non vadano in Europa. Neanche contro il Chievo, che non aveva più niente da chiedere alla classifica, l’Inter non esce dalla crisi d’identità e parlare di scudetto per l’anno prossimo (Mancini) sembra azzardato. Complimenti al Chievo per l’ennesimo bel campionato con annessa salvezza. Centrato l’obiettivo della salvezza in anticipo Sassuolo (quasi salvo) e Palermo pareggiano senza emozioni 0-0, giocando con la testa altrove: alla prossima stagione e alle vacanze. Interessante sarà il futuro dei gioielli di entrambe le squadre: Berardi e Zaza, Dybala e Vazquez. Matematica salvezza anche per l’Udinese (0-1) che con un gol dell’eterno Di Natale vince al Bentegodi contro il Verona. La partita è stata intensa, ricca d’occasioni e giocata a viso aperto da entrambe le squadre. Due cartellini rossi ai veronesi Sala e Marquez hanno rovinato al Verona la festa per la salvezza conquistata mercoledì. Il Cagliari (4-0) continua a sperare nella salvezza battendo il Parma (già retrocesso) e avvicinando l’Atalanta al quart’ultimo posto a 6 punti. In campo solo il Cagliari, che chiude la partita già nel primo tempo Ekdal, Faria e M’Poku. Il Parma è privo di motivazioni e non contrasta mai il Cagliari. Comprensibile dopo una stagione da incubo. Torino-Empoli si giocherà mercoledì 6 maggio per evitare la concomitanza con la semifinale di Champions League.
Classifica 34° giornata
Juventus 76; Roma 64; Lazio 63; Napoli 59; Fiorentina 52; Sampdoria 51; Genoa 50; Inter 49; Torino 48; Milan e Palermo 43; Chievo e Udinese 41; Verona 40; Empoli 38; Sassuolo 37; Atalanta 33; Cagliari 27; Cesena 24; Parma 16 (-7)