Al centro del dibattito la “Buona scuola”. Premier: “non mollo!”
Fine settimana davvero agitato in Italia per quel che riguarda le contestazioni. Iniziate con i disordini e le “guerriglie” dei Black Bloc No Expo del 1° maggio a Milano e proseguite con le contestazioni, di diversa entità per fortuna, rivolte al premier in visita a Bologna per la festa dell’Unità. La festa era circoscritta al parco della Montagnola. Circa un centinaio gli uomini delle forze dell’ordine presidiavano gli accessi al parco per via dei due distinti presidi organizzati per contestare il governo. Prima dell’arrivo dei contestatori la polizia aveva già chiuso i cancelli, ma non sono mancati i disordini. Sono stati affissi dei cartelloni contro il Governo. I manifestanti hanno poi scosso diverse volte il cancello, presidiato dall’interno dalle forze dell’ordine, e sono partiti sputi verso i poliziotti. La polizia ha poi risposto con una breve carica quando circa 40 esponenti dei collettivi hanno di nuovo tentato l’accesso. Nel frattempo Renzi nel suo intervento ha dovuto sostenere un lungo dibattito con dei contestatori soprattutto per quel che riguarda la “Buona scuola”. “So che ci sono persone che mi vogliono contestare sulla scuola e sono pronto a incontrare chiunque ma libertà è rispondere con un sorriso a chi contesta e dire che non ci facciamo certo spaventare da tre fischi: abbiamo il compito di cambiare l’Italia e la cambieremo, di non mollare e non molleremo” ha detto subito il premier rispondendo ai clamorosi fischi che lo hanno accolto.
“Possiamo discutere nel merito, nel ddl la Buona scuola ci sono molte cose che si possono cambiare. Non credo che la proposta del governo sia prendere o lasciare: si può parlare. Ma non lasceremo la scuola soltanto in mano a chi urla. La scuola non è solo di quelli organizzati, è delle famiglie”. Così Renzi ai diversi precari presenti che lo contestano. “Sulla scuola abbiamo fatto l’investimento più grande: tre miliardi. Vogliamo discutere chi bisogna assumere? Parliamone ma non consentiremo a nessuno di negare la realtà. Se il ddl la buona scuola passa 100mila insegnanti entreranno, se non passa continuerete a fischiare. Questa è la differenza”. Portare a termine le riforme “è il compito del Pd tutto insieme: un partito che sa discutere al proprio interno ma che si riconosce come una comunità che va avanti insieme e anche se su alcune cose non la pensiamo allo stesso modo ci confrontiamo litighiamo un po’ ma poi andiamo avanti tutti insieme”, ha sottolineato Renzi che ha reso chiaro la sua intenzione di andare avanti con le sue idee “Io non schiaccio la testa a nessuno, ma non mollo”, ha detto il segretario Pd.