Ancora scioperi per “La Buona Scuola” e si prevede un possibile blocco degli scrutini finali, promosso da Gilda e Flc-Cgil. Ma la riforma va avanti!
Governo e sindacati non riescono proprio a trovarsi e il nuovo campo di battaglia è la scuola. La scorsa settimana, infatti, durante lo sciopero annunciato del 5 maggio contro “La Buona Scuola”, a cui hanno partecipato migliaia di persone tra insegnanti, personale amministrativo e studenti, molti protagonisti della scena politica, come una minoranza del PD con Fassina e Civati e ovviamente i sindacati erano in prima fila con i loro leader a protestare contro molti punti della riforma della scuola. Dopo tanto rumore il governo ha deciso di andare avanti, come aveva accennato Renzi dopo quel caldo 5 maggio “Ascoltiamo, ma andiamo avanti”, il premier non ha infatti intenzione di fermare le riforme. Così si annuncia il nuovo sciopero, ad una settimana dal precedente, questa volta indetto da Cobas e che interessa in maniera specifica la scuola secondaria di I e II grado. Di nuovo tutti in piazza il 12 maggio, oltre ai Cobas aderiscono anche gli Unicobas, Autoconvocati Roma, USI e ASA e i movimenti degli studenti. Oltre alla manifestazione in piazza, questa volta si può aderire allo sciopero in altre forme quali il rifiuto della somministrazione e della correzione dei test invalsi. Nel frattempo si parla anche di blocco degli scrutini finali, promosso da Gilda e Flc-Cgil, ritenuto il mezzo più efficace per mettere il Governo con le spalle al muro e costringerlo a prestare attenzione alla maggioranza che non vuole la riforma del DDL scuola 2015.
I sindacati non vogliono proprio cedere sulla questione scuola e si attaccano fortemente a qualsiasi contesto pur di intervenire. Allo stesso modo il governo non vuole che i Sindacati dettino le regole sull’argomento, come chiaramente afferma il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: “La scuola solo in mano ai sindacati funziona? Io credo di no”. “Il problema della scuola non sono i sindacati, ma le scelte sbagliate del governo” è la pronta risposta Cgil che aggiunge verso la dichiarazione della ministra Boschi che “conferma l’arroganza e il disprezzo della democrazia”. Ma la Boschi non la manda certo a dire e ci va giù pesante quando afferma “quello che non è accettabile è lasciare le cose come sono”. “La scuola non è dei sindacati ma nemmeno proprietà privata del Governo. È del Paese e di chi quotidianamente garantisce alle nuove generazioni di avere una istruzione all’altezza dei tempi”, risponde duro il segretario generale della Flc-Cgil, Domenico Pantaleo. Per quanto riguarda invece le modifiche in commissione e gli emendamenti approvati “non cambiano l’impianto autoritario e incostituzionale del disegno di legge”. Il 19 maggio il ddl arriva in aula alla Camera; entro il 15 giugno dovrebbe essere approvato al Senato e il ministro Giannini spera che dal “1 settembre 2015 questo ddl cambi, migliorandola, la scuola italiana”.