La Commissione europea ha dato il suo via libera alla nuova agenda dell’Unione sull’immigrazione. Lo ha annunciato il capo della diplomazia europea Federica Mogherini su Twitter, ringraziando il presidente Jean Claude Juncker e i colleghi Frans Timmermans e Dimitri Avramopoulos per “l’eccellente lavoro di squadra”
La Commissione Ue ha presentato lo scorso mercoledì a Bruxelles la sua attesa e controversa “Agenda europea” sulla nuova politica di immigrazione e asilo, in cui delinea le misure previste a breve termine per rispondere alla crisi nel Mediterraneo e le iniziative da varare negli anni a venire per gestire meglio la migrazione in ogni suo aspetto, secondo un “approccio globale”.
Fra le azioni concrete e immediate c’è innanzitutto la proposta di distribuire i rifugiati fra gli Stati membri, in situazioni di emergenza, secondo una chiave di ripartizione che terrà conto di quattro parametri: popolazione complessiva, Pil, tasso di disoccupazione e rifugiati già accolti sul territorio nazionale.
Questo nuovo meccanismo si baserà sull’attivazione, per la prima volta, del sistema di emergenza previsto all’articolo 78, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che mira ad aiutare gli Stati membri interessati da un afflusso improvviso di migranti. Entro la fine di maggio la Commissione proporrà un meccanismo temporaneo di distribuzione nell’Ue delle persone con evidente bisogno di protezione internazionale. Entro la fine del 2015 seguirà una proposta di sistema permanente per la ricollocazione fra gli Stati membri in situazioni emergenziali di afflusso massiccio. Va precisato, tuttavia, che la Danimarca ha una clausola d’esclusione da queste disposizioni del Trattato Ue, mentre altri due Stati membri, Regno Unito e Irlanda, potranno decidere se partecipare o no in base a una clausola di “opt-in”.
No a interventi di terra in Libia
L’operazione non prevede un intervento di terra in Libia, ha specificato durante la conferenza stampa il capo della diplomazia europea Federica Mogherini, smentendo alcune indiscrezioni di stampa. “Il mandato di questa nuova operazione sarà di distruggere il modello di business del traffico di esseri umani” ha detto, specificando che sarà un intervento navale “differente ma complementare a Triton”.
Mogherini ha poi sottolineato l’importanza di collaborare con i governi dei paesi africani per risolvere la questione. “Questo sarà estremamente importante per lavorare in partnership e costruire un network di responsabilità non solo in Europa ma anche nel resto del mondo perché le responsabilità vanno condivise”.
Italia non più sola
“Oggi è una giornata storica per l’Italia, perché un peso, una responsabilità che finora è stata quasi unicamente italiana diventa, finalmente, europea”, ha poi detto la Mogherini secondo cui è possibile che l’Italia sia esentata dalla prima fase di redistribuzione, visti i carichi finora sopportati. Ma soprattutto “Finalmente c’è una presa di responsabilità europea, di tutti gli europei”, ha riferito Mogherini, “abbiamo deciso oggi i numeri per il resettlement (reinsediamento dei rifugiati attualmente ospitati dai Paesi terzi, ndr), e i criteri per la relocation (ripartizione obbligatoria dei richiedenti asilo tra gli Stati membri, con opt-out della Danimarca e possibili opt-out da parte di Irlanda e Regno Unito, ndr), che interessa più all’Italia”, ha spiegato l’Alto rappresentante, “criteri che saranno tradotti in proposte legislative nei prossimi giorni”, ha precisato.
“L’Italia è il Paese che sta facendo di più in assoluto per la relocation, essendo il primo paese di arrivo, il primo porto sicuro che si incontra quando si salvano vite in mare – ha ricordato Mogherini -, quindi mi aspetto che l’Italia abbia solo da trarre benefici dalle decisioni prese questa mattina”. “Sono convinta”, ha concluso l’Alto rappresentante, “che l’Italia riuscirà a condividere le proprie responsabilità finalmente con tutti gli altri europei”.
Per Save the Children “l’agenda per la migrazione adottata oggi della Commissione Europea prova come finalmente sia stata riconosciuta la dimensione europea del problema e la necessità di una risposta congiunta, basata sulla responsabilità condivisa degli Stati nei confronti delle vite dei migranti, messe a rischio durante il pericoloso e disperato viaggio per raggiungere le coste del nostro continente. Quello di oggi è però solo il primo passo di un percorso estremamente impegnativo e attendiamo di verificare la volontà di ogni stato membro di farsi carico della protezione e del supporto dei migranti più vulnerabili”. È quanto ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “La reale efficacia di tale strategia – ha quindi aggiunto Neri – si misurerà sulla base dell’effettiva assunzione di responsabilità e disponibilità di accogliere degli stati membri, ma commisurata all’ampiezza dei flussi in arrivo e all’entità del bisogno, dando assoluta priorità ai minori e ai gruppi più vulnerabili”.
Askanews