Il progetto Ue prevede un sistema obbligatorio di redistribuzione fra gli Stati membri di una parte del flusso eccezionale di rifugiati che si prevede arriveranno in Italia, con 24’000 profughi e Grecia con 16’000 profughi nei prossimi due anni
Lo scorso mercoledì la Commissione europea ha presentato un piano per far fronte al dramma degli immigrati nel Mediterraneo. La Commissione europea ha varato una serie di proposte legislative specifiche nel quadro dell’Agenda Ue per una politica comune sull’immigrazione e l’asilo, che era stata presentata lo scorso 13 maggio. Il pacchetto discusso la scorsa settimana include, innanzitutto, una proposta di Decisione del Consiglio Ue per la “relocation”, un sistema obbligatorio di redistribuzione fra gli Stati membri di una parte (40.000) del flusso eccezionale di rifugiati che si prevede arriverà in Italia (24.000) e Grecia (16.000) nei prossimi due anni.
Altra misura importante, e che va nello stesso senso, è la Raccomandazione che la Commissione ha presentato per reinsediare nell’Ue nei prossimi due anni, ripartendoli in modo equo fra tutti gli Stati membri, 20.000 rifugiati che vivono nei campi profughi fuori dall’Unione, in particolare in Nord Africa e Turchia. Al contrario che per la proposta di Decisione sulla “relocation”, questa Raccomandazione sul “resettlement” è rivolta a tutti e 28 gli Stati membri, che possono accettarla su base volontaria oppure rifiutarla. Il pacchetto comprende poi un piano d’azione per la lotta ai trafficanti e il nuovo piano operativo di Frontex, l’agenzia per la sorveglianza delle frontiere Ue, che sarà molto rafforzata, e arriverà a coprire con l’operazione Triton, finora ben al disotto dei bisogni, tutta l’area che aveva coperto in precedenza l’operazione Mare Nostrum, integralmente italiana. Frontex parteciperà anche alla lotta anti trafficanti, in collaborazione con le altre agenzie Ue Eurojust ed Europol. L’obiettivo, secondo la Commissione, è di rendere molto rischioso e poco lucrativo un traffico che oggi è poco rischioso e molto lucrativo.
Sono poi state varate delle linee guida per la raccolta delle impronte digitali di tutti i migranti che approdano nei paesi Ue, una misura che non sempre viene rispettata, e, infine, una consultazione pubblica per modernizzare e migliorare l’attuale sistema della “Blue Card” per l’immigrazione legale di lavoratori qualificati, un meccanismo che funziona bene oggi solo in Germania. Eunews inoltre informa sul fatto che “Italia e Grecia dovranno anche garantire qualcosa in cambio di questa solidarietà ricevuta. In particolare assicurare un’efficiente registrazione dei migranti in arrivo sul proprio territorio”. I servizi della Commissione avrebbero anche pubblicato linee guida che stabiliscono le pratiche da seguire per prendere le impronte digitali dei migranti in arrivo. L’approccio raccomanderebbe di fornire ai richiedenti asilo tutte le informazioni sui propri diritti e obblighi ma suggerirebbe anche, se il migrante rifiuta di farsi prendere le impronte o le danneggia fino a renderle irriconoscibili, un uso specifico e limitato della detenzione e della coercizione come ultima risorsa. Inoltre Italia e Grecia dovrebbero fornire ogni mese alla Commissione europea un report su come “vogliono migliorare la propria capacità ispettiva”, sia sulla raccolta delle impronte digitali sia sulle misure da mettere in atto per evitare che i migranti giunti sul proprio territorio si spostino in altri Stati membri. Se Bruxelles non dovesse ritenere sufficienti i passi presi in questa direzione, specificherebbe la proposta, potrebbe anche proporre di sospendere il meccanismo di ricollocazione. “Monitoreremo Italia, Grecia e altri Stati membri”, chiarisce Avramopoulos, che insiste sull’importanza del “rispetto delle regole” da parte di tutti i Paesi.
Solo un giorno prima delle conclusioni a Bruxelles, il segretario dell’Onu Ban Ki-moon, nel corso della conferenza stampa con il primo ministro irlandese Enda Kenny, aveva dichiarato che l’Europa deve fare di più per aiutare i migranti che attraversano il Mar Mediterraneo. L’Europa “deve dare più aiuto” e le operazioni di soccorso devono essere “ulteriormente rafforzate”. “Chiedo ai leader europei di affrontare la questione in modo più completo e unitario” guardando anche alle origini del problema nei Paesi da cui l’emigrazione arriva. “Senza la compassione non possiamo farlo – ha aggiunto Ban Ki-moon – Dobbiamo prima di tutto fare del nostro meglio per salvare delle vite”.
Askanews