La questione accoglienza immigrati mette a dura prova l’equilibrio del nostro paese non solo per le oggettive difficoltà organizzative ma anche per gli scontri tra le figure più rilevanti della nostra politica. L’ultima arriva da Maroni che ha minacciato la riduzione dei trasferimenti regionali a chi dovesse accogliere altri clandestini. I prefetti lombardi sono diffidati dal portare in Lombardia nuovi clandestini e i sindaci lombardi sono avvisati, dovranno “rifiutarsi” di prendere ancora clandestini e “a quelli che dovessero accoglierli ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo alla gestione delle risorse”.
Prende subito la palla al balzo Salvini che ospite nel Bresciano a Lonato del Garda e Rovato, ha dichiarato che “come Lega siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare tutte quelle strutture che a spese degli italiani qualcuno vuole mettere a disposizione di migliaia di immigrati clandestini”. L’intervento di Maroni trova appoggio in Liguria con il neoeletto governatore della Liguria, Giovanni Toti che trova l’intervento di Maroni legittimo “L’ho già detto: non accoglieremo altri migranti come faranno Lombardia, Veneto e Val d’Aosta”. Quello dei migranti “è un problema che dovrebbe essere risolto a monte e invece viene scaricato a valle”.
Interviene anche il governatore del Veneto Luca Zaia nella questione flussi di migranti e avverte: “il Veneto è una bomba che sta per scoppiare”. Se si deve trovare un tetto ai migranti? “In Veneto abbiamo 514mila immigrati regolari, pari a quasi l’undici per cento della popolazione. Di questi, 42mila non hanno un lavoro. Insieme a Emilia Romagna e Lombardia siamo i più accoglienti. Basta”. “Chi ha ruolo istituzionale deve agire sempre con senso di responsabilità”. Così il presidente della Camera, Laura Boldrini, risponde ad una domanda sulle dichiarazioni del governatore della Lombardia, Roberto Maroni, sugli immigrati. “Quando ci sono momenti difficili – ha detto – tutto il Paese deve saper rispondere, in modo coeso”. Non ha tardato la risposta di Renzi “Alcuni di quei governatori che si lamentano erano al governo quando è stata decisa la politica che ha condotto alle attuali regole”. Le proposte che ha fatto l’Ue sulla suddivisione dei migranti al momento sono largamente insufficienti ma è difficile parlare di immigrazione e chiedere un coinvolgimento dell’Ue “quando alcune Regioni del tuo Paese dicono che il problema non li riguarda”. Pur trovando largo consenso al Nord, la posizione di Maroni non ha invece trovato l’appoggio del prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca: “Milano attende le direttive e gli invii che il governo effettuerà e risponderà secondo i criteri generali”, ha affermato. “Io non ho ricevuto nulla, alcuna lettera o indicazione – ha spiegato il prefetto, con riferimento alle nuove indicazioni del governatore lombardo – comunque sono vicende di carattere politico che non spetta al prefetto valutare”.
Anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, non appoggia il Presidente della Regione Lombardia “come Comune stiamo valutando cosa possiamo fare” ma “certamente le parole di Maroni non ci colpiscono perché l’ex ministro dovrebbe conoscere la Costituzione e la legge”. “Sa benissimo – ha proseguito Pisapia – che non rientra nei suoi poteri quello che ha minacciato di fare”.