A Belino il Barcellona conquista con merito la Champions League 2015, la quinta della sua storia
È finita come tutti si aspettavano. La Juventus è sconfitta da un avversario nettamente superiore, ma al contrario dei pronostici è rimasta in partita fino al gol di Neymar al 97’ ed è uscita tra gli applausi dei suoi tifosi e a testa alta. La squadra di Allegri ha avuto coraggio e alla fine son si è fatta surclassare perdendo con dignità. Svanisce la tripletta e resta la maledizione della sconfitta in finali Champions: la Juventus ne ha perse sei, la quarta consecutiva. I campioni d’Italia hanno dato comunque una stimolo al calcio italiano, da cui si spera emergano altre squadre che possano competere in Europa, Un finale inaspettata, ma che è il giusto premio al lavoro svolto da Allegri, che ora va proseguito, seppure ci saranno cambiamenti nella rosa.
Sfuma l’ennesima occasione di alzare al cielo il trofeo europeo più ambito e non può confortare che la Juventus ha tenuto con dignità al Barcellona, che nonostante cambi allenatore, continua a vincere. I bianconeri hanno regalato i primi 45’ e hanno rischiato finirli con un passivo più largo dell’1-0 di Raktic arrivato dopo appena quattro minuti, se Buffon non fosse stato decisivo in due interventi. Brava la squadra a raddrizzare l’incontro ancora con Morata a inizio ripresa, ma proprio nel momento migliore Suarez è implacabile dopo una ripartenza impostata da Messi. La Juventus ha giocato una grande gara, ma è venuto a mancare l’apporto di giocatori chiave come Pirlo, Vidal e Tevez trascinatori in una stagione straordinaria, ma nella serata più importante hanno fatto troppo poco. La Juventus dovrà ripartire dal secondo tempo di Berlino, consolidare la posizione e trovare sul mercato i giocatori per l’ulteriore salto di qualità. Complimenti al Barcellona di Luis Enrique, che è stato capace di superare le difficoltà del rapporto non idilliaco con le stelle della squadra ad inizio anno e di portare la squadra alla conquista della tripletta. Questo Barcellona è apparso più forte di quello di Guardiola, non solo in attacco con i suoi tre fenomeni, ma anche dietro. I centrocampisti e i difensori sanno fare le cose giuste con il possesso palla e con una manovra avvolgente riescono a dominare le partite con una facilità impressionante. Sarà un’impresa per tutte le avversarie riuscire ad eliminare il gap tecnico che li separa dal Barcellona, forse il più forte di tutti i tempi.