Nel mese di maggio in Svizzera sono aumentate del 60% le richieste di asilo politico in paragone con il mese di Aprile. La Segreteria di Stato della migrazione vede la spiegazione per questo aumento nei continui conflitti nei paesi d’origine. Secondo l’UDC questo però sarebbe una “bugia”, l’aumento sarebbe “una conseguenza diretta della politica d’asilo sbagliata di Simonetta Sommaruga”, ha dichiarato Hans Fehr, Consiglio nazionale UDC, che chiede procedure rigorose al riguardo. Fehr parla del fatto che nel mese di maggio di 2’203 richieste, 807 riguardavano cittadini dell’Eritrea e 105 della Siria. Con una mozione, Fehr vuole far sì che “l’80 fino al 90% dei richiedenti d’asilo, che non sono minacciati a morte” venga intimorito.
“L’UDC dovrebbe dare uno sguardo al Mediterraneo”, è seguita immediatamente la risposta del capo frazione del PS, Andy Tschümperlin, secondo il quale le dichiarazioni di Fehr sarebbero “assurde”. Tschümperlin poi ha accennato le riforme delle richieste d’asilo, di cui l’obiettivo principale è quello di migliorare il sistema e di garantire processi più veloci, una gran parte dei casi dovrebbero concludersi nel corso di massimo 140 giorni. Mentre in Svizzera i politici discutono su nuove procedure e riforme, dall’Alto Commissariato ONU dei Diritti Umani arriva un rapporto che testimonia come i cittadini dell’Eritrea sono costretti a fuggire dal proprio paese in Europa. Dopo mesi di incontri, centinaia di interviste, dall’Italia all’Etiopia, la Commissione d’inchiesta sull’Eritrea conferma la grave violazione dei diritti umani. Nel rapporto di 500 pagine, diffuso la scorsa settimana dall’Alto Commissariato ONU dei Diritti Umani, non ci sono solo le ingiustizie del servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato e la negazione di qualsiasi forma di espressione, già denunciati da numerose ONG e attivisti da anni. “Il governo eritreo ha creato un clima di terrore in cui il dissenso è sistematicamente represso, la popolazione è costretta al lavoro forzato e a carcerazioni arbitrarie, tanto da poter parlare di crimini contro l’umanità”, dicono i Commissari ONU. “Quando sono in Eritrea, a malapena oso a pensare perché ho paura che le persone possono leggere i miei pensieri”, è così che viene citato uno dei testimoni nel rapporto.
L’ONU si appella a tutti gli stati di non costringere al ritorno i richiedenti d’asilo eritrei, il regime punisce “ognuno che prova a lasciare il paese senza un permesso”. Inoltre l’Onu dice che chi accusa i rifugiati dicendo che lasciano il paese per motivi economici, ignora la situazione umanitaria disastrosa nel paese: “Gli eritrei hanno il diritto di protezione internazionale”, rivendica la Commissione.