Gli alloggi di servizio devono essere sgombrati entro due anni se non si hanno i requisiti richiesti
Gli appartamenti di servizi devono essere riservati solo ed esclusivamente a quei dipendenti (funzionari o tecnici) che per la natura del loro servizio devono essere sempre reperibili e “a portata di mano”. Tutti gli altri dovranno traslocare entro due anni. Questa è la drastica decisione che arriva dal Quirinale sugli alloggi di servizio. Mattarella ha deciso di effettuare un taglio drastico in merito agli inquilini dei dipendenti che attualmente occupano i 58 appartamenti che la presidenza della Repubblica possiede nella zona adiacente al palazzo del Quirinale, e solo pochi potranno restare. Dopo il controllo che inizierà a settembre, gran parte dei dipendenti che non hanno i requisiti richiesti sarà invitati a lasciare gli alloggi. Gli appartamenti liberati saranno riutilizzati come uffici o comunque per usi di interesse pubblico. L’operazione servirebbe a risparmiare denaro pubblico e, specie dopo l’apertura del palazzo ai cittadini, restituire spazi all’uso pubblico. Chi occupa l’abitazione e usufruisce di questo “benefit” deve avere motivate esigenze di servizio. A disciplinare la materia è un decreto presidenziale varato dal segretariato del Quirinale lo scorso sei agosto: il provvedimento mette ordine in una prassi che vede da molti anni risiedere negli appartamenti quirinalizi numerose persone che con le nuove regole non avranno più titolo per restare. D’ora in poi gli alloggi di servizio (nello specifico si tratta di 58 appartamenti situati in quattro palazzi nei dintorni del Quirinale) saranno assegnati “sulla base di criteri obiettivi” ai dipendenti che svolgono funzioni cruciali che impongono “esigenze di reperibilità, flessibilità e prolungamento della presenza in servizio oltre l’orario di lavoro”.
Costoro dovranno versare un canone che, pur restando sotto il livello di quello di marcato, sarà però aumentato del 20% rispetto a quanto versato attualmente. Un aumento più consistente è previsto per gli inquilini che dovranno lasciare l’appartamento. Per stabilire a quanto ammonta l’affitto che gli inquilini dovranno pagare, il Quirinale si è rivolto all’Agenzia del Demanio e si tratta di cifre che vanno dagli 821 euro per un appartamento di 25 metri quadrati ai 4.533 per un appartamento di 224 metri quadrati. Del nuovo canone, i dipendenti dovranno pagare da subito una somma pari al 30 per cento del totale, poi nel 2015 arriveranno al 60 per cento e nel 2017 dovranno versare l’intero importo. Dopodiché, all’inizio del 2018, dovranno abbandonare l’appartamento dove hanno vissuto.
Dalle prime notizie che circola su questa operazione, sembra che secondo questi presupposti si verrebbe a liberare l’intero palazzo San Felice, in via della Dataria. Per quanto riguarda invece i consiglieri del Quirinale (la ristretta cerchia degli “uomini del presidente” che assiste il capo dello Stato) ad essi era tradizionalmente assegnato un appartamento di rappresentanza di ampia metratura (il più grande è un appartamento di 800 metri quadrati in via della Dataria, appannaggio del segretario generale). Con l’arrivo di Mattarella, tutti i consiglieri, a partire dal segretario generale Zampetti, hanno rinunciato all’assegnazione dei prestigiosi appartamenti. Ai consiglieri potranno invece essere assegnati piccoli appartamenti ad uso foresteria, da utilizzare in caso di necessità legate al servizio. Nella foresteria sarà vietato trasferire la residenza e portarvi la famiglia. I consiglieri dovranno poi pagare di tasca propria tutte le utenze (acqua luce, gas ecc.), che finora erano pagate per metà dal Quirinale. Anche per quanto riguarda gli i posti auto ci saranno delle modifiche: finora dipendenti e consiglieri assegnatari di un appartamento del Quirinale avevano a disposizione diversi posti per parcheggiare; d’ora in poi solo il primo sarà gratuito, gli altri bisognerà pagarli 150 euro al mese.