A conti fatti si può parlare di concorrenza di mercato e di prezzi al ribasso. Chi ha prenotato all’Hotel Galactic Suite, il primo albergo dello spazio, ha ottenuto un prezzo migliore del pioniere dei viaggi turistici tra le stelle, il multimilionario Dennis Tito, che nel 2002 ha speso oltre 20 milioni di euro per stare sette giorni a bordo della stazione spaziale internazionale.
Passare quattro giorni nell’hotel in orbita intorno alla Terra costerà invece soltanto tre milioni di euro, una cifra che già 38 persone si sono prenotate per sborsare.
Sia chiaro, l’hotel non c’è ancora e si parla di un progetto, ma il suo coordinatore, l’architetto spagnolo Xavier Claramunt, è sicuro che il primo albergo a 450 chilometri di altezza dal pianeta sarà funzionante, e al completo, nel 2012. Le prenotazioni hanno cominciato ad arrivare già dal gennaio 2008 sul sito del progetto e Claramunt, architetto che ha legato il suo nome a molti edifici in Spagna e Cina, si lascia scappare che tra i prossimi villeggianti dello spazio ci sono artisti e vip. Soltanto quattro spagnoli (nonostante la società Galactic Suite abbia sede a Barcellona), poi americani, cinesi, gli immancabili residenti negli Emirati Arabi Uniti e nella Russia degli eccessi. Tutti pronti al sacrificio, prima di partire per l’hotel orbitante, di restare circa tre mesi in un’isola dei Caraibi per prepararsi al soggiorno spaziale.
“La Galactic Suite è concepita per offrire un’esperienza emozionante e trascendentale”, spiega Claramunt. “Lo spazio è di certo il mistero più profondo e più attraente per gli esseri umani, perché fa nascere interrogativi sulle nostre origini e sul nostro futuro. È per questo che il turismo spaziale avrà uno sviluppo enorme nei prossimi anni”.
Un viaggio in avanti, ma anche una regressione al periodo prenatale, perché Claramunt ha pensato le stanze senza angoli ispirandosi al ventre materno. Soltanto quattro ospiti per volta troveranno posto nella suite galattica, accuditi da due membri dell’equipaggio.
L’hotel in sé sarà realizzato con moduli prefabbricati preparati interamente a Terra e poi assemblati nello spazio e avrà una hall, una stanza di lavoro per gli esercizi fisici, ma soprattutto una zona di osservazione e riflessione per potersi “affacciare sulla Terra, la visione più impressionante che si possa immaginare”.
Dalla grande finestra sul mondo gli ospiti della Galactic Suite durante il loro soggiorno vedranno 15 albe e ogni 80 minuti potranno ripassare sopra casa loro, perché tanto sarà necessario all’hotel per compiere un’orbita intorno al pianeta.
Claramunt di tanto in tanto aggiunge nuovi particolari alla sua creazione: l’ultimo in ordine di tempo è l’ideazione di una vasca idromassaggio.
Durante l’allenamento ai tropici il turista imparerà anche a giocare con l’acqua in assenza di gravità e nell’hotel spaziale entrerà in una sfera trasparente piena di bollicine, che potrà giocare a dividere e ricomporre in un’unica grande goccia, all’infinito.
Tutte queste meraviglie saranno contenute in una struttura a forma di grappolo d’uva, perché “dalle piante impariamo la configurazione centrifuga che permette da un nucleo centrale di avere accesso a ogni parte”.
Tra la pista di lancio, l’hotel, le navicelle e tutto il resto, c’è da chiedersi come facciano a pensare di poter essere pronti alla partenza in appena tre anni. Secondo alcuni esperti di aviazione in tempi così brevi ci vorrebbe un intervento economico massiccio da parte di persone disposte a buttare i loro soldi”.