Riceviamo e pubblichiamo alcuni estratti della lettera di un connazionale che chiede chiarimenti su una vicenda che riguarda un parente assistito in Svizzera
Vi giro il testo dell’ultima e-mail che riguarda nostro zio attualmente residente in Svizzera “contro la sua volontà” e la richiesta di nomina di mia sorella (sua nipote) come sua amministratrice di sostegno e conseguente suo rimpatrio in Italia:
Alla cortese attenzione del Ministero degli Esteri e del Ministero della Giustizia, da ormai un anno stiamo cercando di rimpatriare dalla Svizzera in Italia nostro zio Francesco*, pensionato e cittadino italiano e attualmente “forzatamente” residente in Svizzera e richiedente, sempre secondo le sue volontà, al Consolato Italiano di Zurigo (a causa delle sue condizioni di salute), la nomina come suo “Amministratore di sostegno”, sua nipote.
È necessario un breve excursus: a causa di problemi di salute, l’anno scorso, è stato ricoverato prima in ospedale e poi sistemato in due cliniche per persone anziane non autosufficienti. Inoltre, prima che noi venissimo informati della sua situazione, le autorità Svizzere gli hanno assegnato una tutela legale per gestire le sue necessità dal punto di vista medico e finanziario, avendo ritenuto nostro zio non autosufficiente. Dall’autunno scorso, venuti a conoscenza della situazione, ci siamo informati, e abbiamo provveduto a richiedere al Consolato Italiano di Zurigo, su espressa volontà di nostro zio di nominare come tutore mia sorella e di poter tornare in Italia. Il Consolato d’Italia ci ha, per diversi mesi, richiesto diverse informazioni, fra cui la clinica italiana in cui sarebbe andato a soggiornare nostro zio e i dati del tutore richiedente, ecc.; la stessa clinica italiana scelta gli ha inviato, per due volte, tutta la documentazione richiesta, ma ogni volta il Consolato diceva che non era suo compito (smentito dalle leggi e dai compiti e doveri del Console descritti sullo stesso sito web del Consolato) e che non poteva fare nulla perché gli Svizzeri non erano d’accordo e non poteva mettersi contro alle autorità svizzere. In realtà le autorità svizzere smentiscono che loro siano contrarie al trasferimento e tantomeno alla nomina di un famigliare come tutore di nostro zio, è che è solo responsabilità del Console italiano a Zurigo procedere alla nomina del nuovo tutore italiano e di conseguenza permettere a nostro zio di rientrare in Italia.
Nostro zio è un cittadino Italiano residente a Zurigo, che vuole ritornare in Italia a morire nel suo paese natale e vicino alla sua famiglia, e colui che ha il diritto dovere di nominare un Amministratore di Sostegno è il Console Italiano di Zurigo, in quanto unico Tribunale competente in questo caso, dal momento che nostro Zio risiede ancora e “sfortunatamente” in Svizzera, come ben dovrebbe sapere anche il nostro Consolato, e che tuttavia, come ultimo Coup de théâtre, ci ha comunicato che l’Amministratore di sostegno dovrebbe essere nominato dal Tribunale di Bari. Ora delle due l’una o c’è malafede o profonda ignoranza, dal momento che anche io che non ho fatto studi giuridici, sa benissimo che se il tribunale competente è rappresentato dal Console d’Italia a Zurigo, la richiesta al Tribunale di Bari, nella migliore delle ipotesi verrà respinta, ma verosimilmente non verrà mai presa in considerazione, trattandosi di una mera boutade.
Fra le altre cose, fino a poco tempo fa il nostro Consolato a Zurigo, ci diceva che non poteva far nulla perché “aveva le mani legate dalle autorità svizzere”, e/o non era il suo compito e/o non conosceva le procedure, ed altre innumerevoli scuse. A parte tutte le scuse, gli Svizzeri da noi interpellati, dopo molto tempo hanno dovuto ammettere e confermarci che l’unico ostacolo era il nostro Consolato che doveva nominare un nuovo tutore. Pertanto, il motivo per cui ciò non è stato ancora possibile riportare nostro zio in Italia, è unicamente da ricercarsi, insospettabilmente, a parere nostro e del nostro Avvocato, nel deficit di collaborazione e “opposizione” a procedere alla nomina di un Amministratore di Sostegno italiano e facilitare il suo ritorno in Italia.
L’unica cosa di cui siamo sicuri è che in un anno gli hanno ben bene prosciugato 100.000 franchi/euro, (forse più), in modo legale, dal suo conto in banca, soldi coi quali in Italia avrebbe potuto godere di una eccellente assistenza e per diversi anni.
Potreste spiegarci qual è il ruolo del nostro Consolato?
Vi ringrazio anticipatamente per il vostro aiuto e collaborazione
Angelo T.
*Nome completo noto alla redazione
Perché il Console non può nominare l’Amministratore di sostegno
Per fare chiarezza su questo singolo caso abbiamo chiesto maggiori informazioni al Consolato generale d’Italia a Zurigo sui casi in cui una persona con amministratore di sostegno svizzero volesse trasferirsi in Italia.
Il Consolato generale d’Italia a Zurigo ha assicurato che sta seguendo con molta attenzione sin dall’inizio la situazione del signor Francesco, essendo in contatto stretto sia con gli enti svizzeri sia con gli enti responsabili in Italia. Il Consolato generale d’Italia a Zurigo sottolinea inoltre che il Console ha la funzione da giudice tutelare, ma che la legge italiana non gli consente di nominare un amministratore di sostegno in Italia, che sia la nipote diretta o una terza persona. L’ente responsabile, secondo le spiegazioni del Consolato generale d’Italia a Zurigo, è unicamente il Tribunale del territorio competente, il quale sceglierà un amministratore di sostegno che, come nel caso del signor Francesco, sostituirebbe quello svizzero. Nel momento in cui il cambiamento dell’amministratore di sostegno è avvenuto, il signor Francesco potrà trasferirsi nella sua patria. Ai familiari viene dunque chiesto di rivolgersi al Tribunale di Bari per la nomina dell’amministratore di sostegno e potranno riportare lo zio in Italia.