La crisi siriana in quelle zone mediorientali così martoriate, dovrebbe essere spiegata dai media con i seguenti dati di fatto, non contestabili perché parte della storia degli ultimi decenni.
La maggior parte della popolazione siriana è concentrata nella zona occidentale del paese. Il resto del paese, come tutta la penisola arabica è parte del deserto più grande della terra, in cui è concentrato un terzo della produzione mondiale del petrolio e di gas naturale. Per trasportare giornalmente queste immense ricchezze naturali verso i paesi europei, è necessario compiere l’intero giro della penisola arabica, per entrare poi attraverso il canale di Suez nel bacino mediterraneo, con relative spese di trasporto, tempo e soprattutto alti dazi doganali da pagare.
Vi è una linea più diretta di trasporto che è quella attraverso la costa siriana con diretto sbocco sul mediterraneo. Chi possiede il controllo di questo rubinetto decide che solo chi paga ha diritto di transito. L’intera regione che va dall’Egitto fino all’Iran inclusa la Turchia è sempre stata un crocevia di passaggio tra i due continenti. Coloro che controllavano lo sbocco al mare, dominavano l’intero mercato che da oriente va nel nostro continente Europeo. Il primo inganno europeo avviene dopo la prima guerra mondiale, con la caduta dell’impero Ottomano. La Francia e l’Inghilterra, dopo che nacquero vari paesi come Iraq, Iran, Palestina, Giordania e la Siria, promisero alle popolazioni liberate che avrebbero potuto creare uno stato unico “La Gran Arabia”.
L’interesse principale (come oggi), era lo sbocco da oriente verso il mediterraneo, e quale strategia migliore di appoggiare questi paesi, nella ricostruzione assumendone il controllo totale, permettendone l’ascesa di dittature appoggiate militarmente. Shell, BP ed ExonMobil cioè Francia e Inghilterra che alleate con la Siria facevano affari esportando il greggio a tutti gli altri paesi interessati, colonizzarono l’intera regione traendone enormi benefici economici. Finita la seconda guerra mondiale, questi due paesi imperialisti furono cacciati. Prima di lasciare queste regioni creano un nuovo stato, Israele. Questo paese mai riconosciuto dagli stati confinanti, dalla sua nascita, con l’appoggio dell’intera comunità mondiale ebraica e degli USA, farà diventare l’intera regione, una bomba a orologeria. La Siria con Assad (padre) nazionalizza i giacimenti di petrolio e ambisce di creare una sola nazione araba (BAAZ) con ideologia socialista e soprattutto laica.
Sono gli anni della guerra fredda in cui il paese con l’appoggio dell’unione sovietica attacca il Libano e Israele. Assad padre diventa il capo del nuovo stato “BAAZ” mentre in Iraq nel 1979 è nominato a capo del governo un certo Saddam Hussein. Le differenze e la decisione delle due superpotenze (USA e UDSSR) di schierarsi per ovvi interessi, dividono i paesi vicini in pro Iraq o pro Siria. Intanto nasce un’opposizione islamista dei cosi detti fratelli mussulmani. Essendo il 70% della popolazione siriana di origine sunnita i fratelli mussulmani hanno facile gioco a iniziare una rivolata contro il governo, che da canto suo la combatte duramente con il sangue. Nel 2000 Assad muore e gli succede il figlio che modernizza il paese migliorandone la qualità di vita dei suoi cittadini, rendendo il paese più stabile e prospero.
Riappaiono i fratelli mussulmani e il governo attua come fece Assad padre una dura repressione. Gli Stati Uniti includono la Siria nei paesi canaglia insieme a Iran, Iraq, Corea del Nord e Cuba, isolando il paese. I curdi che sono un popolo senza uno stato, protestano in maniera energica contro Assad, e vengono anch’essi repressi duramente.
Nel 2011 scoppia la primavera araba, e Assad blocca sul nascere le proteste con atti sanguinosi da parte dell’esercito sulla popolazione, che provocherà il nascere di una guerra civile e la morte di circa 100’000 persone tra militari e civili. Il mosaico di gruppi ribelli di origine sunnita è vasto, e va dagli islamisti del fronte nazionale, ai gruppi radicali Al-Nusra affigliati con AlQueda per arrivare a ISIS che occupa in questo periodo il 70% del territorio. I pro Assad di origine sciita appoggiano insieme ai laici il governo. Arriviamo a oggi segnalando i tre paesi che appoggiano il governo di Assad sono la Russia che già prima del conflitto aveva basi militari nel paese, la Cina e L’Iran. Dal lato opposto abbiamo gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Turchia e l’Arabia Saudita. Seguendo l’intero conflitto in atto, abbiamo le seguenti certezze. La zona è strategicamente importante e tutti la vogliono. Alla Siria che si autogoverna da circa cinquanta anni, le fu imposta la frontiera dai governi occidentali vincitori della seconda guerra mondiale, che fregandosene del volere delle popolazioni hanno disegnato le frontiere nell’intera regione. Non siamo noi i promotori della libertà di scegliere il proprio destino e della democrazia? L’intero progetto attuato in Siria da parte delle forze straniere va contro questi principi, che per mantenersi usa la repressione per conservare il potere. Alimentando così nuovi attori che si nutrono della disperazione creando nuove correnti di protesta (ISIS armato in principio dagli USA) che difendono con metodi a dire poco disumani l’ideologia. Per capire il presente è necessario porsi domande sul passato, entrare nella mente delle persone che soffrono e fuggono con le loro famiglie. Non serve più mostrare bambini morti sulle spiagge e farci venire il nodo alla gola all’ora dei pasti, per deviarci verso opinioni abilmente devianti e propagandistiche. Abbiamo un cervello per pensare, e la rete a disposizione per farci un’opinione, non al 100% giusta, ma almeno non di parte.
Mario Pluchino