Dei cani senza padrone si aggirano in Svizzera. Sono cani che con mezza carezza data su un ego blandito mai da nessuno, diventano fedeli cane lupo; pur simpatici e teneri nella loro stazza di chihuahua. Ma vi prego, che nessuno faccia scoprire a costoro che le loro zanne sono di piccola taglia. Qui non si deve ferire l’orgoglio di nessuno.
Il piccolo mondo moderno dei politicanti italiani che si sentono i De Gasperi e i Togliatti di Zurigo, Berna e altrove ma a cui, nelle citate città, quattro gatti riconoscono una statura di parapoliticanti, amano raccogliere dalla strada cani bisognosi di carezze. E di questo va dato loro onore, da parte mia e da parte della lega animali.
Un tempo, quando non esisteva la Circoscrizione estero, c’erano associazioni che i cani senza padrone li cacciavano. Un tempo, c’erano solo due o tre padroni che accoglievano i randagi rabbiosi per scagliarli contro il nemico. Un tempo, quei due o tre padroni non avevano ancora avuto nulla a che fare con le stanze del potere romano e almeno puntavano a salvare le apparenze. Oggi, ahinoi, la loro protervia si è moltiplicata e molti seguaci si sono fatti. Seguaci che dietro le sembianze angeliche di un cagnetto peluche, nascondono le zanne fameliche di un lupo affamato e l’ego smisurato di un dugongo dell’oceano indiano.
Certo, non si può fare di ogni erba un fascio, c’è anche gente che merita tutta la mia stima e il mio rispetto, per il lavoro che svolge nell’interesse della comunità italiana locale e non per l’ambizione di una poltrona o interessi personali…
Ma quanto sono pochi! Oramai vediamo solo padroni arroganti e servitori ossequiosi.
D’altra parte i servitori hanno sempre meritato i padroni scelti, e viceversa. Questi cortigiani non cambiano mai le loro idee, quelle hanno raccattato con fatica e quelle si tengono; loro non resta che cambiare datore di lavoro. E così vediamo tanti porta-platos trasferirsi da una corte all’altra in maniera imbarazzante.
Dante Alighieri nella “Divina Commedia” li inserisce nell’ottavo cerchio dell’Inferno, trattandoli peggio degli assassini e dei tiranni. Li definisce “ruffiani, ingannatori e lusinghieri” facendoli frustare sulla schiena e sul posteriore dai diavoli. Immergendoli, infine, fino alla punta dei capelli in un lago di sterco.
Esimi lacchè, l’ardente fuoco infernale spetta a voi più che ai vostri porta guinzaglio… Meditate: ne vale veramente la pena?
Maurizio Raviola