“La guerra non è mai gloriosa, e non bisogna mai spacciarla come tale. La guerra è una premessa di tragedia umana”.
Sono queste le parole pronunciate dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama durante il discorso per la consegna del Premio Nobel per la Pace.
Ad Oslo, Obama ha ricordato che “l’America non rinuncerà mai a impegnarsi per la sicurezza del mondo.
Ma in un mondo in cui le minacce sono più diffuse, e più complesse le missioni da svolgere – ha precisato – non può agire da sola. Questo è vero in Afghanistan ed è vero in Stati crollati come la Somalia – ha aggiunto – dove il terrorismo e la pirateria si accompagnano alla fame e alla sofferenza”.
“I leader e i soldati dei paesi della Nato e altri amici e alleati – ha continuato il presidente statunitense – hanno dimostrato questa verità con il coraggio dispiegato in Afghanistan”.
Secondo Obama, infine, “la pace richiede responsabilità, la pace comporta sacrifici. Ecco perché la Nato continua a essere indispensabile”.
Obama ha affermato di non avere “una soluzione definitiva ai problemi della guerra” ma di sapere che “per affrontare queste sfide è necessaria la stessa visione, lo stesso lavoro duro e la stessa insistenza di quegli uomini e quelle donne che hanno agito con coraggio decenni fa”.
“Un movimento non-violento non avrebbe fermato i soldati di Hitler – ha detto Obama- negoziati non convinceranno i leader di Al Qaida a cedere le armi”. “Dire che la forza è a volte necessaria non vuol dire essere cinici – ha spiegato – è riconoscere la storia, le imperfezioni dell’uomo e i limiti della ragione”.
Nel suo discorso, che è stato accolto e che si è concluso con un lungo applauso, Obama ha anche reso omaggio a chi in tutto il mondo si batte per la libertà.
Nel (secondo) giorno più importante della sua vita, il Presidente degli Stati Uniti ha scelto il basso profilo, consapevole di essere al centro di un meccanismo in cui è ancora il suo “brand” più che la sua attività politica, a mietere consensi.
Ed ecco che giunto a Oslo con la first lady Michelle per ricevere il Premio Nobel per la Pace, il leader Usa fa sfoggio di modestia: “So che altri avrebbero meritato questo premio più di me”.
Di sicuro sembra essere dello stesso avviso – a dir poco –-il leader maximo cubano Fidel Castro, che ha attaccato il suo collega statunitense definendolo “cinico” per la decisione di accettare il Nobel proprio in concomitanza con l’intensificazione dell’impegno militare americano a Kabul. “Perché – si è chiesto l’ex guerrigliero – Obama ha accettato il Premio Nobel quando invece ha deciso di portare la guerra in Afghanistan fino al limite estremo? Non era obbligato a compiere un gesto così cinico”.
Ed è forse per rispondere a tale affondo che il presidente americano ha sentito il bisogno di ribadire che dal luglio 2011 inizierà il ritiro statunitense: “Non c’è nessuna ambiguità su questo e quindi non dovrà esserci un dibattito: a partire dal luglio 2011 avvieremo la transizione”.
Tornando a parlare del prestigioso riconoscimento, Obama si è soffermato sulla lunga lista di nomi dei suoi predecessori: “Con Michelle guardando quei nomi abbiamo commentato che quando Martin Luther King ricevette questo onore vi fu un effetto galvanizzante nel mondo e la sua statura negli Stati Uniti aumentò al punto che gli consentì di essere più efficace nel suo operato”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca.
Che ha aggiunto: “Il mio obiettivo è di continuare su un cammino che non è importante solo per gli Stati Uniti ma per una pace duratura e per la sicurezza di tutto il mondo. In primo luogo l’impegno per avere un mondo libero dalle armi nucleari e poi per la stabilizzazione dell’Afghanistan”.
Poi il leader statunitense ha espresso – firmando il messaggio di rito sul Libro d’onore dell’Istituto Nobel – il proprio ringraziamento al Comitato perché “dà voce a chi non ce l’ha e agli oppressi del mondo”.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook