Al via il maxi processo Eternit, ovvero il processo contro il miliardario svizzero Stephan Schmidhaeny ed il barone belga Louis De Cartier de Marchienne, ritenuti responsabili delle numerose morti per mesotelioma (una malattia dovuta all’inspirazone di polevri d’amianto) avvenute tra gli ex-dipendenti delle fabbriche Eternit a contatto con l’asbesto.
All’apertura del processo i due imputati non si sono presentati e sono stati dichiarati contumaci.
Sono state almeno un centinaio le persone, provenienti dall’Italia e dall’estero, che hanno manifestato di fronte al tribunale prima dell’inizio del dibattimento del più grande processo d’Europa.
Con parecchi pullman sono poi arrivati i parenti delle quasi 3 mila vittime dell’amianto, le quasi 700 parti civili, sindaci e amministratori della zona di Casale Monferrato, dove aveva sede il più grande stabilimento italiano della Eternit.
Tra le numerose delegazioni anche quella dei minatori francesi. Presenti anche alcune bandiere italiane con la scritta “Eternit: giustizia!” e una trentina di fotografie di altrettanti morti da amianto in Svizzera, tutti con il viso oscurato. Su ognuna il nome della vittima, l’età e la causa della morte.
«Signor Stephan Schmidheiny: la attendiamo anche in Svizzera», si legge sullo striscione dell’associazione svizzera delle vittime dell’amianto, appeso alla cancellata del tribunale e circondato dai nomi di alcune delle vittime Eternit.
Ad impressionare, in questo maxi processo, sono i numeri: 2 mila le persone attese al Tribunale di Torino, quasi 3mila le vittime, oltre 4 mila parti civili e una richesta di risarcimento per oltre cinque miliardi di euro.
I due imputati rischiano fino a 13 anni per l’accusa di disastro ambientale doloso e fino a 10 per quella dell’inosservanza volontaria delle norme sulla sicurezza.
«Il processo sarà giusto – ha detto il pubblico ministero Raffaele Guariniello – e i suoi tempi saranno quelli giusti per dare giustizia sia alle vittime che agli imputati».
Si è partiti con la costituzione delle parti civili: circa 4.500, di cui 700 hanno già raggiunto un accordo – per un totale di quasi 20 milioni di euro – con lo svizzero Schmidhaeny, ma non con il belga De Cartier De Marchienne, al quale quindi chiederanno conto in aula.
A rappresentare le parti civili ci sarà un collegio legale internazionale: è la prima volta che accade in Europa in una causa per danni ambientali. Lo scopo è quello di dimostrare, attraverso le informazioni e i documenti a disposizione di ogni legale nel proprio paese, che la politica sulla sicurezza e sulla salute dell’Eternit apparteneva ad un’unica regia.
Tra le parti civili anche vari enti pubblici (come le Regioni Piemonte, Emilia e Campania), comitati e onlus di ogni parte d’Italia e sindacati. Presente anche la Cgil, che ha organizzato un presidio davanti al Palagiustizia. All’inizio del processo si è svolto anche un corteo in ricordo dei sette operai bruciati vivi, due anni fa, alla Thyssenkrupp. Tra i testimoni ammessi dal tribunale c’è anche Romano Prodi.
E questo non sarà l’unico processo contro la multinazionale Eternit. In questi stessi giorni, infatti, proseguono le indagini preliminari per un secondo processo, riguardante le vittime colpite o decedute dopo il febbraio 2008. Quelle accertate sono già 427: 257 morti, 170 malati.
Ma è molto probabile che l’udienza preliminare del cosiddetto “Eternit bis” non si svolga prima che il dibattimento attuale sia a buon punto.
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