Con le sedi dell’Accademia Italiana DJ a Zurigo e a Locarno, Maurizio Iamartino porta la sua passione per la musica anche in Svizzera, offrendo grandi opportunità a tutti i giovani che vogliono lanciarsi nel mondo della musica e fare i DJ. Di origini toscane e recentemente trasferito in Svizzera, Maurizio non è il solito artista divenuto famoso che pensa solo alla sua carriera, lui il successo non lo tiene per sé, ma condivide le sue esperienze professionali con giovani artisti che sognano di una carriera nella scena musicale. È in questo modo che è riuscito a creare 14 sedi dell’Accademia Italiana DJ sparse in tutto il mondo e che riscuotono sempre un grande successo tra i giovani con la passione per la musica
Le tue scuole hanno molto successo, viaggi tantissimo, raccontaci delle tue esperienze…
Le 14 sedi fanno parte dei vari progetti dell’agenzia di organizzazione di eventi musicali NEWJORKSTAFF, che ho fondato nel 1998. NEWJORKSTAFF è il “fratello maggiore” dell’Accademia Italiana DJ, ma c’è anche l’etichetta discografica, la ditta di consulenza musicali, dove noi cresciamo i ragazzi che magari non hanno spazio e cerchiamo di occuparci di loro facendoli collaborare, ad esempio, con degli artisti importanti. Avendo vari progetti certamente la scuola approfitta di tutti questi contatti importanti. Non pensiamo solo alle lezioni, ma i ragazzi, se vogliono, vengono direttamente inseriti nel mondo di lavoro, il che per chi inizia in questo settore è fondamentale.
La decisione di chiamare la scuola proprio Accademia Italiana DJ è stata presa anche per mettere in evidenza quello che il genere italiano è riuscito a fare, purtroppo nel settore musicale non c’è stato nessun ricambio. L’Italia, purtroppo, è rimasta indietro di quarant’anni, con artisti bravissimi, ma senza novità. Uno dei pochi può essere Tiziano Ferro che è riuscito in questo intento.
A cosa è dovuto secondo te?
Nel settore della musica, l’italiano pensa solo a sè, in altri paesi come la Germania si creano gruppi di lavoro, si fa un piano concreto sugli artisti e si pensa alla loro promozione. In Italia non c’è organizzazione, non ci sono agenzie serie di pubblicità, io ho conosciuto tantissimi DJ, giovani e bravissimi, ma che non hanno spazio.
L’Italia ha una grandissima mancanza di cultura a livello musicale, la gente segue le masse e va in quella discoteca perché è famosa in quel momento e ci trascorre la serata anche se passano sempre i stessi dischi. Ben venga Morandi e quella generazione, sono eccezionali, ma è un altro genere e sono passati 40 anni, c’è un buco di 40 anni in Italia. Io piango perché la mia fortuna è di abitare qui e viaggiare molto, ma sono sempre italiano, e mi piange il cuore nel vedere tanti ragazzi che non hanno niente e seguono solo la moda del momento.
La situazione svizzera come l’hai trovata?
Al livello musicale, ho visto che c’è tanta scelta per i vari stili di musica i locali ci sono. Sono sincero, mi dispiace vedere che la gente badi poco al locale o alla musica stessa. Forse è più un problema sociale che musicale, nel senso che lo svizzero è abituato a lavorare molto. Ho visto gente ubriacarsi in maniera molesta, spendere un botto di soldi per bottiglie di alcool, secondo me è un peccato. Il bello della vita è stare in compagnia, trovarsi in gruppo, con gli amici, insomma, con persone che vuoi bene.
…e questo senso di divertimento lo vuoi trasmettere anche agli alunni dell’accademia…
Sì, l’obiettivo della scuola è quello di trasmettere soprattutto la parte umana piuttosto che quella business. Considerate che tutti i nostri DJ, sono artisti importanti che vengono per il piacere di dare lezioni ai ragazzi. Il feeling, quindi l’accoglienza che c’è alla scuola, è unico, addirittura quando finiscono le lezioni i ragazzi non hanno voglia di andare via.
L’ambiente della musica però può essere molto duro…
Nella prima lezione, cerco sempre di esserci. Una delle prime cose che dico ai partecipanti è che solo perché si ha l’attrezzatura non si è un DJ, è come voler fare danza solamente avendo comprato il tutù.
Quello del DJ è un lavoro artigianale, un lavoro artistico e all’inizio sono soltanto sacrifici: non hai solo lezioni, vai a casa e devi esercitarti, devi informarti, devi ascoltare, tutto questo fa parte dell’insegnamento! Ai ragazzi giovani che vedono DJ famosi in televisione e pensano che è tutto divertimento, cerchiamo di rendere chiaro che è possibile arrivare a quei livelli, ma per arrivarci qbisogna meritarselo con sacrifici e impegno. Se vuoi suonare per gli amici ti basta la base, ma per fare DJ professionista ci vuole di più, come in tutte le professioni.
Cosa deve avere un DJ per farcela?
Umiltà! È l’elemento principale. I DJ più famosi sono di una tranquillità meravigliosa. L’errore più comune è proprio di sentirsi più importante. Secondo me, più diventi famoso più cerchi la tranquillità.
Secondo te è vero che in Svizzera gli artisti fanno più fatica per raggiungere il successo?
Non trovo che in Svizzera sia più difficile che in altri Paesi. Certamente ogni Paese nel quale si risiede offre realtà e opportunità diverse. Secondo me molto dipende da come si affronta l’impegno: se sei tranquillo e fai vedere che sai lavorare va sempre bene.
Parlaci del prossimo workshop a Ibiza…
A Ibiza organizziamo un workshop di una settimana con lezioni tutti i giorni e con studenti da tutte le sedi, quindi possono partire tutti. Ci sarà un’insegnate in lingua italiana, uno inglese e uno spagnolo. Mentre al viaggio devono pensare loro, l’alloggio e il trasferimento al momento dell’arrivo sono organizzati da noi. Il mattino è libero, il pomeriggio fino alle ore 9 di sera è destinato alle lezioni.
Per maggiori informazioni:
www.accademiaitalianadj.ch
Tel.: 076 571 53 59