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22 November 2024
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Interviste

Tra mobbing, droghe e sesso

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“Amateur Teens”, il film di Niklaus Hilbers, mostra da vicino e in maniera autentica la situazione degli adolescenti di oggi. Abbiamo incontrato Fabrizio Borsani, l’attore che interpreta “Selim”, un ragazzo sensibile che viene trascinato dagli amici a fare una cosa davvero orribile…

“Amateur Teens” non è stato il tuo primo film, in Vitus, ad esempio hai interpretato il protagonista 6enne. Come sei arrivato al mondo del cinema?
Ho frequentato la scuola Montessori prima dell’asilo e avevo un’insegnante che era in contatto con personaggi del cinema. Io andavo già all’asilo, però a questa insegnante era stato chiesto se c’era un bambino con certe caratteristiche e lei ha indicato me. Così ho partecipato al provino e sono entrato in questo mondo. Devo dire però che a quell’età non si capisce molto, non realizzavo cosa stava accadendo, facevo e basta. Ora in “Amateur Teens” è già stata tutt’un’altra cosa.

Raccontaci di questo film, che è nominato al Premio del cinema svizzero 2016 come “Miglior film”…
Il film mostra la situazione degli adolescenti di oggi in maniera molto diretta, tratta i problemi e le discussioni tra i giovani. Il tutto è ambientato in una scuola media di Zurigo, anche se il film si concentra poco e niente sui luoghi, ma si dedica soprattutto ai ritratti ravvicinati dei personaggi. Ci sono due gruppi di ragazzi e ragazze che si trovano ad affrontare e a discutere temi come alcol, amore, droghe, sesso, ma anche mobbing e la pressione della scuola.

Tu interpreti il ruolo di “Selim”, un ragazzo 14enne con radici turche, come ti sei preparato per questo ruolo?
In alcune scene Selim parla turco con suo fratello, così ho dovuto imparare alcune frasi in turco, ma mentre sul set tutti mi dicevano che ero stato bravo e ci credevano che parlassi davvero il turco, mostrando la scena a degli amici miei turchi, mi hanno detto che ero una catastrofe. In generale non è stato molto difficile prepararmi e capire il ruolo di Selim, dato che sono nato e cresciuto in un ambiente multiculturale dove è normale che le persone abbiano diverse culture e abitudini e parlano diverse lingue. Conosco la realtà delle persone “normali” nel senso di famiglie che non vivono nel lusso, che vivono in condizioni modeste e di ragazzi che badano ai fratelli perché magari i genitori lavorano, quindi, da questo punto di vista, non è stato così difficile capire e interpretare il ruolo di Selim.

E per quanto riguarda il carattere di Selim?
Forse la sua caratteristica di essere molto sensibile un po’ la rivedo anche in me, ma in generale lui è molto diverso da me. Selim non è molto forte, si lascia influenzare facilmente dagli altri, mentre io sostengo le mie opinioni, non scappo come lo fa lui quando i suoi amici lo prendono in giro, affronto le situazioni anche quando c’è da discutere. Il bello del recitare è proprio questo, entrare a pieno nel ruolo di qualcun altro.

La scena più difficile/bella per te?
Quella più difficile è stata la scena in cui Selim piangendo racconta alla psicologa dello stupro di massa che ha commesso insieme ai suoi amici, interpretare in maniera credibile la sua disperazione e i suoi sensi di colpa, mettermi nei panni di un ragazzo che violenta una ragazza, è stato una sfida, non è qualcosa che ci si immagina facilmente.
Scene un po’ “disgustose” sono state quelle nel bar, non per le scene stesse, ma perché dopo che devi ripetere la stessa scena per diverse volte, le pizze e i kebab ormai sono freddi e gommosi e tu sei lì a far finta che ogni volta sia il primo morso che prendi (ride).
La scena in cui mi sono divertito molto è stata proprio quella in cui parlo il turco, è stato divertente imparare queste frasi e allenarmi affinché la pronuncia sia giusta.

Sul set avevate poco tempo, dato i mezzi limitati, come è stato il clima sul set?
Prima di girare il film, abbiamo frequentato un campo di preparazione, dove abbiamo letto la sceneggiatura e abbiamo adattato alcune cose nel linguaggio dei giovani. Il regista aveva usato molte espressioni “impolverate”, che i giovani di oggi non usano più, tipo “Löli” (dialetto svizzero, circa “imbranato” ndr). Poi abbiamo fatto degli esercizi e abbiamo approfondito i vari ruoli con il regista. Mi sono trovato molto bene sia con gli altri attori che con il regista e il team.

Quanto è vicino il film alla realtà?
Ci sono momenti esagerati, credo, ma sempre molto vicini alla realtà di quello che accade tra i giovani: pettegolezzi e chiacchiere, il mobbing della ragazza, ad esempio, che viene fotografata negli spogliatoi e la foto di lei nuda fa il giro su whatsapp, i discorsi tra i ragazzi che parlano di droghe, sesso e di film porno, ma anche eccessi come la violenza sulle ragazze fa parte della realtà, non è finzione purtroppo. Dopo aver girato il film ho fatto più caso ai discorsi tra noi ragazzi, ad esempio, e mi sono reso conto che effettivamente parliamo di queste cose, aggiungerei magari anche calcio e macchine.

Il film viene trasmesso anche in diverse scuole, dove poi vieni invitato per parlarne con gli alunni, come vivi queste esperienze?
È sempre molto interessante parlarne con questi ragazzi, anche se a volte i ragazzi sono molto timidi nelle domande, così sono spesso gli insegnanti che spingono un po’ a discutere sugli argomenti del film.

Qual è il tuo film preferito?
Mi piacciono diversi generi di film, poi se vai al cinema con una ragazza certamente scegli un film d’amore (ride), ma il mio film preferito è “Quasi amici – Intouchables” e l’attore Omar Sy è il mio attore preferito.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Intanto devo terminare la scuola superiore, poi ho vari progetti in mente. Mi piacerebbe frequentare la facoltà di pedagogia, certamente anche continuare nel mondo del cinema e frequentare magari una scuola specializzata in Germania. Inoltre sono appassionato di calcio e gioco per lo FC Seuzach, Coca-Cola Junior League. Ho diverse possibilità e ancora non so quale cammino sceglierò.
Manuela Salamone

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