Ecco chi ne può approfittare
È in dirittura d’arrivo il decreto interministeriale a firma dei ministri del Lavoro, Giuliano Poletti, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per la riduzione delle tasse legate ai premi di produttività. Il decreto, attuativo della legge di stabilità, stabilisce una tassazione agevolata al 10% (invece di quella ordinaria che attualmente parte dal 23%) dei premi di risultato entro 2 mila euro lordi, legati a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione. Ne potranno beneficiare i lavoratori dipendenti con reddito non superiore a 50.000 euro.
Il premio detassato potrà salire fino a 2.500 euro nelle imprese che sottoscriveranno accordi con i sindacati con il coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. I premi di produttività sono commisurati a una serie di risultati obiettivo stabiliti dalle aziende.
Tra le novità che il decreto introduce, c’è la detassazione totale dei premi erogati in forme di voucher, in alternativa al premio retributivo, per servizi di welfare, dalla retta per l’asilo al pagamento della baby sitter. Il lavoratore potrà destinare il premio anche alla previdenza integrativa o alla sanità complementare. Per la contrattazione di produttività la Stabilità ha preventivato 433 milioni di euro di minori entrate per il 2016, 589 per il 2017 e 584 per il 2018.
Premi di produttività
I sindacati, con Cgil Cisl e Uil che esprimono valutazioni all’insegna di una ritrovata unità, accolgono con favore le intenzioni del governo, pur riservandosi un giudizio definitivo dopo la lettura del testo.
Se le indiscrezioni fossero confermate, spiega il leader della Uil Carmelo Barbagallo, “ci troveremmo di fronte a una positiva novità. Ovviamente, il nostro giudizio resta sospeso sino all’effettiva emanazione del provvedimento e alla lettura dei testi, ma la direzione di marcia potrebbe essere quella giusta”.
Se la detassazione fosse confermata, ragiona Barbagallo, “sarebbero accolte le nostre ripetute sollecitazioni espresse, peraltro, anche nel recente incontro informale svoltosi a Palazzo Chigi, il primo del genere dopo oltre un anno di black out tra i rappresentanti del Governo e di Cgil, Cisl e Uil”. Secondo il numero uno della Uil, “è la prova che dal dialogo e dal confronto possono nascere scelte positive per lo sviluppo del Paese. Auspichiamo che ciò possa valere anche su altre questioni, a partire dalle pensioni, dai contratti del pubblico impiego e dal Mezzogiorno, su cui permane una netta contrapposizione”.
Giudizio positivo anche dalla Cisl. “La detassazione di secondo livello è una richiesta che da alcuni mesi la Cisl e le altre organizzazioni sindacali hanno fatto al Governo in linea con la riforma contrattuale che intendiamo realizzare nelle prossime settimane attraverso il confronto già avviato con le associazioni imprenditoriali”, commenta il segretario confederale della Cisl, Gigi Petteni.
Le anticipazioni sul provvedimento “paiono andare nella direzione auspicata dai sindacati e ciò rappresenterebbe un importante contributo a valorizzare un modello di relazioni fondato sull’autonomia delle parti sociali, come proposto da Cgil-Cisl-Uil con la recente proposta su un nuovo modello di relazioni industriali”, osserva il segretario confederale della Cgil, Franco Martini.
Al tempo stesso, aggiunge il dirigente sindacale, “abbiamo sollecitato il Governo ad intervenire sugli altri punti che attendono risposte, a partire dal nodo delle pensioni e dal dilagare preoccupante del fenomeno dei voucher, che ripropone il tema della precarietà del lavoro”.
Adnkronos